venerdì 27 febbraio 2009

La destra contro lo sciopero, il Pd mostra di gradire

Fonte:
http://www.carta.org/campagne/precariato+e+lavoro/16681


Silvio Magnozzi
[26 Febbraio 2009]

Il governo approverà domani il testo di legge del ministro del lavoro Maurizio Sacconi: senza neanche passare per il dibattito parlamentare l'esecutivo limita il diritto di sciopero e per l'ennesima volta attacca un principio costituzionale. Il Pd, per bocca di Pietro Ichino concorda. La Cgil protesta.

E’ arrivato il turno della limitazione del diritto di sciopero. Il disegno di legge «per la regolamentazione e prevenzione dei conflitti collettivi di lavoro con riferimento alla libera circolazione delle persone», che sarà all’attenzione del Consiglio dei ministri di domani prevede «l’istituto dello sciopero virtuale, che può essere reso obbligatorio per determinate categorie professionali», le quali «per le peculiarità della prestazione lavorativa e delle specifiche mansioni», possano determinare «la concreta impossibilità di erogare il servizio principale ed essenziale». Secondo il disegno del ministro del lavoro Maurizio Sacconi, ex socialista da sempre in polemica con la Cgil, per proclamare uno sciopero nel settore dei trasporti sarà necessario un referendum consultivo preventivo obbligatorio, a meno che non si tratti di proclamazioni da parte di sindacati che hanno più del 50 per cento di rappresentatività, fattispecie molto rara. Inoltre, nei servizi di «particolare rilevanza», servirebbe anche l’adesione preventiva da parte del singolo lavoratore. Secondo indiscrezioni, Sacconi era pronto a proporre una modifica costituzionale, ma sarebbe stato dissuaso da Cisl e Uil, i sindacati più morbidi con la maggioranza. La Costituzione riconosce che il diritto di sciopero è «individuale» e non deve essere soggetto all’approvazione di una qualche «maggioranza». Anche in questo caso, il governo gioca sul filo di lana del dettato costituzionale, cerca di forzarne i contenuti a suo piacimento tramite delega al governo, e dunque senza neanche passare per un dibattito parlamentare.
Intanto, dal ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta, arriva la conferma che il governo approverà domani il testo di legge del ministro Sacconi. «Lo sciopero – ha detto Brunetta, un altro ex socialista che ha il dente avvelenato contro il sindacato – va tutelato, ma vanno tutelati anche la mobilità, la vita e il lavoro. Quando due valori entrano in conflitto servono la regola e la legge». E le perpessita della Cgil? «Ce ne faremo una ragione», ha commentato sprezzante Brunetta.
Iieri il segretario confederale Cgil Fabrizio Solari auspicava «a guidare l’iniziativa del governo sul diritto di sciopero non sia, dopo aver favorito la rottura del sindacato, il tentativo di impedire che il dissenso possa manifestarsi». Oltretutto, prosegue Solari, «la leggge sul diritto di sciopero attualmente in vigore è la più severa d’Europa, ed è una legge osservata, visto che le contestazioni della commissione di garanzia non vanno oltre lo 0,7 per cento».
«Si vuole portare così a compimento l’attacco al lavoro e alla democrazia alla base dell’accordo separato sulla contrattazione, si vuole distruggere l’autonomia del sindacato e la possibilità che questo ha di organizzare i lavoratori», esclama il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero. Il Partito democratico ha una posizione più sfumata: «L’introduzione dello strumento del referendum tra i lavoratori per proclamare lo sciopero – spiega Cesare Damiano – può essere un passo avanti. Quello che non ci piace è la dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero dei lavoratori. Stiamo parlando di un diritto costituzionale, molto delicato». Secondo Pietro Ichino, deputato Pd, le proposte del governo rispecchiano «in gran parte» quelle avanzate dal Pd. Ichino auspica «una convergenza tra maggioranza e opposizione». Le misure sugli scioperi, spiega, sono necessarie perché «i trasporti si fermano in media una volta al mese. Questa non è lotta sindacale, è diventata una caricatura grottesca del sindacalismo».