
Anche gli appalti dell´aeroporto Falcone e Borsellino dovevano sottostare alla
regola della «messa a posto» disposta dai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
A rivelarlo è un nuovo coll
aboratore di giustizia. Si chiama Franco Briguglio, ha
52 anni ed era finito in carcere il 31 luglio dell´anno scorso, nell´ambito del blitz
"Addiopizzo": i primi pentiti del clan Lo Piccolo lo accusavano di essere il
braccio destro del capomafia di Cinisi Gaspare Di Maggio, di avere una certa
esperienza nella riscossione del pizzo e soprattutto di aver fatto parte del
commando che nell´agosto 2006 uccise per errore il pensionato Giuseppe
D´Angelo (il vero
obiettivo della missione era il vecchio capomafia Lino Spatola).
Briguglio era accusato anche da uno degli imprenditori vittime del pizzo,
Giuseppe Todaro. A metà gennaio il boss ha deciso di scrivere una lettera in
cella e l´ha affidata a un agente della polizia penitenziaria, perché la
consegnasse al pm Gaetano Paci: «Sono stanco di questa vita - diceva - voglio
incontrarla». Nel giro di pochi giorni, Briguglio detto Trenta grammi è diventato
un collaboratore di giustizia. È il sesto dal 5 novembre 2007, il giorno
dell´arresto dei Lo Piccolo, l´inizio del loro definitivo declino.
«Sono a conoscenza di numerose estorsioni commesse nella zona di Cinisi»:
così inizia il racconto del neo-pentito davanti a Paci e al collega Francesco Del
Bene. «Dal 2004 sono stato il cassiere della cosca, proprio per volere di
Salvatore Lo Piccolo, che avevo conosciuto nell´inverno del 1999 tramite una
persona che era coinvolta con me in alcune rapine». Ne ha fatta di strada
Franco Briguglio: da rapinatore a conducente di autoarticolati, in realtà corriere della droga per conto del boss Diego Di Trapani. Dal 1999 si occupava di gestire la latitanza dei Lo Piccolo, fra Cinisi e Terrasini. Briguglio ha svelato uno dei misteri dell´ultimo covo dei padrini di Tommaso Natale, quello del computer portatile. «Dopo il blitz della polizia a Giardinello - dice -
il pc fu portato via dalla casa di Terrasini dove i Lo Piccolo abitavano da tempo, assieme a tutto il resto. E poi fu distrutto». I magistrati gli hanno mostrato i pizzini sequestrati nella borsa dei Lo Piccolo. «Riconosco la scrittura di Gaspare Di Maggio», ha esordito il neo-collaborante. «L´indicazione "12.000 euro acconto recinzione P. Raisi" fa riferimento ai lavori di
recinzione dell´aeroporto, per i quali era stata versata la messa a posto. L´indicazione "cemento (Cinisi) 8.000 euro" fa riferimento a una somma versata da Alessandro Finazzo per una fornitura di cemento per lavori all´aeroporto. L´indicazione "D´Arrigo acconto montagna 2.000 euro + acconto P. Raisi 5.000" si riferisce a una somma versata dall´imprenditore
D´Arrigo di Borgetto per forniture di materiali per lavori all´aeroporto. L´annotazione "500 Iacopo" si riferisce a una somma versata a un collega di Damiano Mazzola in pensione che lavorava all´aeroporto. Poi ancora, "500 regalo a chi porta i lavori P. Raisi": è una somma versata a un soggetto che non conosco che forniva l´elenco dei lavori che si sarebbero svolti a Punta
Raisi».
L´elenco delle uscite della "famiglia" di Cinisi rivelate da Briguglio è lungo. Ci sono 1.500 euro «per la messa a posto dei lavori di ristrutturazione di un immobile originariamente dei Badalamenti - spiega il pentito - attualmente sequestrato e adibito a caserma dei vigili di Cinisi». Ci sono 1.500 euro «versati dal titolare dell´hotel Azzolini di Terrasini». E poi, «5.000 euro per i
lavori di ristrutturazione del municipio di Cinisi realizzati da un´impresa di Balestrate». Altri soldi, spiega l´ex cassiere del clan, erano per gli abiti dei latitanti. Il collaborante ha fatto anche il nome del medico di cui scriveva Di Maggio a Lo Piccolo: «Carissimo padrino, la seguente vi venga a trovare in ottima salute. Noi tutti bene. Ho parlato con il dottore, si è messo a
disposizione, per la visita mi ha detto che si può fare a casa sua, ringraziandolo gli ho detto che al più presto gli darò risposta. Aspetto tua risposta. Vedi che si deve fare verso le 17,30 in poi e prima di cena». Spiega Briguglio: «Il dottore è l´ortopedico Maltese». C´è anche questo nome nei verbali depositati dai pm all´udienza del processo "Addiopizzo".