sabato 21 febbraio 2009

Corrado Guzzanti : Rutelli

Profondo nero



Dal 20 febbraio 2009 in libreria

"La Loggia P2 è stata fondata da Eugenio Cefis che l’ha gestita fino a quando è rimasto presidente della Montedison.”
Secondo una nota riservata del Sismi agli atti dell’inchiesta di Pavia del pm Vincenzo Calia.

“Forse l’abbattimento dell’aereo di Mattei è stato il primo gesto terroristico nel nostro Paese.”
Amintore Fanfani.

“Per me i partiti sono come taxi. Salgo, pago la corsa e scendo.”
Enrico Mattei.

Eccolo il mistero italiano. Il giornalista De Mauro e lo scrittore Pasolini avevano in mano le informazioni giuste per raccontare la verità sul volto oscuro del potere in Italia, con nomi e cognomi.
Erano gli anni Settanta.
Il primo stava preparando la sceneggiatura del film di Francesco Rosi sulla morte di Enrico Mattei, il presidente dell’Eni che osò sfidare le compagnie petrolifere internazionali. Il secondo stava scrivendo il romanzo Petrolio, una denuncia contro la destra economica e la strategia della tensione, di cui il poeta parlò anche in un famoso articolo sul “Corriere della Sera” (“Cos’è questo golpe”).

De Mauro e Pasolini furono entrambi ammazzati. Entrambi avrebbero denunciato una verità che nessuno voleva venisse a galla: e cioè che con l’uccisione di Mattei prende il via un'altra storia d'Italia, un intreccio perverso e di fatto eversivo che si trascina fino ai nostri giorni. Sullo sfondo si staglia il ruolo di Eugenio Cefis, ex partigiano legato a Fanfani, ritenuto dai servizi segreti il vero fondatore della P2. Il "sistema Cefis" (controllo dell’informazione, corruzione dei partiti, rapporti con i servizi segreti, primato del potere economico su quello politico), mette a nudo la continuità eversiva di una classe dirigente profondamente antidemocratica.

Le carte dell’inchiesta del pm Vincenzo Calia, conclusasi nel 2004, gli atti del processo De Mauro in corso a Palermo, nuove testimonianze (tra cui l’intervista inedita a Pino Pelosi, che per la prima volta fa i nomi dei suoi complici) e un’approfondita ricerca documentale hanno permesso agli autori di mettere insieme i tasselli di questo puzzle occulto che attraversa la storia italiana fino alla Seconda Repubblica.

H20 Acqua in bocca: vi abbiamo venduto l'acqua







di Rosaria Ruffini
Mentre nel paese imperversano discussioni sul grembiulino a scuola, sul  guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del  ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.

Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale). Già a Latina la "Veolia" (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, "Veolia" manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'uomo è  fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. 

L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca.

Fate girare: mettetene a conoscenza più gente che potete 

Franca

Le elezioni manipolate

Fonte:




I TG e i maggiori quotidiani sono associazioni a delinquere finalizzate al controllo dell'informazione e alla manipolazione dell'opinione pubblica. Fatevene una ragione. Le ultime evidenze arrivano dalle elezioni regionali in Abruzzo e da quelle sarde. 
 Il principio è semplice, ed è lo stesso applicato nel 
marketing. Innanzi tutto: se una cosa la vedi, allora esiste. Bisogna far passare il marchio. La parola d'ordine è: mostrare ovunque il nome del candidato da spingere.
 Inquadrature chiare, definite, nomi e volti ben in evidenza. Di contro, l'identità dell'avversario deve essere sfumata, poco riconoscibile. Le scritte e simboli che lo riguardano devono essere confusi, meglio se parzialmente coperti. 
 L'
audio gioca un ruolo fondamentale. In un caso chiaro, cristallino, forte, ben equalizzato. Nell'altro distante, difficilmente percepibile, annacquato nel riverbero ambientale per dare l'impressione di scarsa professionalità.
 Anche il 
contesto è importantissimo. Da un lato si sceglie un palazzetto dello sport ripreso da particolari angolazioni, studiate in modo da farlo sembrare stracolmo - cosa che, dati alla mano, non è - e si montano immagini di sostenitori entusiasti. Dall'altro si mandano registrazioni di luoghi bui, piccole sale claustrofobiche, prediligendo spezzoni di scarso effetto, dove magari l'atmosfera è fiacca.
 Le 
parole usate da speaker e giornalisti poi sono la ciliegina sulla torta. Accuratamente studiate secondo i dettami della programmazione neuro linguistica (PNL), insegnata nei circoli giovanili di Marcello Dell'Utri da Antonio Meneghetti. Al candidato da sostenere ci si riferisce come al prossimo possibile governatore, all'altro come all'ex governatore, creando un immaginario nel quale il passato e il futuro sono realtà consolidate e incontrovertibili. Ancora, nel primo caso si parla di programmi e potenzialità, nel secondo si sottolineano problemi e si delinea una personalità chiusa, che gioca in difesa. 

 E come la mettiamo con la 
par condicio? Suvvia, ragazzi: siamo italiani. Un po' di creatività, per favore...
 Innanzitutto disponiamo del più formidabile cavallo di troia mai concepito. Il 
Presidente del Consiglio. Con la scusa del dovere di informare sulle attività di governo, può essere ripreso e mandato in onda costantemente. Specialmente durante il silenzio stampa che precede i giorni del voto. I suoi prestanome godono così di una vetrina pre-elettorale importantissima, dato che le elezioni si vincono proprio negli ultimi giorni.
 Secondariamente, nel mondo degli affari tutto è oggetto di 
compra-vendita, conseguenza di un'analisi cinica basata sul modello costi-benefici. 
 Quanto costa
 violare la par condicio? Meno, infinitamente meno rispetto a quello che si perderebbe non piazzando il figlio del commercialista di famiglia in una posizione chiave come quella di governatore della Regione Sardegna. Meglio occupare l'informazione locale, con uno squilibrio di esposizione vicino a percentuali da dittatura sudamericana, e pagare dopo qualche anno un'ammenda ridicola.
 Basta comprare a 
prezzi da rigattiere interi chilometri di coste non edificabili e rivenderle subito dopo aver deliberato che è possibile costruirvi alberghi e villaggi turistici. Con gli spiccioli delle mance ai camerieri ci si paga la multa e ci si toglie dalle palle l'Autorità Garante per le Telecomunicazioni.

 Non so se 
Soru sarebbe stato la scelta giusta per la Sardegna. Non so se Cappellacciriuscirà nonostante tutto a fare qualcosa di buono. Tutto quello che so è che i risultati elettorali sono stati alterati con l'inganno, e questo mi basta.

 L'unica Italia possibile è un'Italia 
libera dai metodi berlusconiani. Dopodichè ben vengano destra, sinistra, comunisti, leghisti, giustizialisti, libertari, democratici e liste civiche. Ma devono giocare tutti ad armi pari.

La vicenda di Niki Aprile Gatti

Fonte:

La vicenda
19 giugno 2008 la signora Ornella Gemini viene a sapere che suo figlio, Niki Aprile Gatti, è stato arrestato.
Niki è un ragazzo di 27 anni, esperto di informatica presso una società di cui è anche socio minoritario. Abita a San Marino, dove ha sede la società in cui lavora.
La mattina del 19 giugno Niki viene avvisato dalla madre di uno dei soci, che la sera precedente era stato arrestato il figlio; la donna gli chiede se può recarsi a Cattolica dall’avvocato Marcolini, il legale aziendale.
Niki va a colloquio dall’avvocato e, quando esce, viene arrestato.
Viene arrestato il 19 giugno con l’accusa di “frode informatica”. Ricordiamoci questa accusa, perché sarà importante nel prosieguo. Viene tradotto nel supercarcere di Sollicciano, mentre altri due arrestati verranno portati nel carcere di Rimini, che sarebbe la sede più naturale.
Mamma Ornella contatta l’avvocato aziendale, che le dice che Niki è in isolamento per qualche giorno, quindi è inutile cercare di contattarlo.
Inizia anche una serie di telefonate e pressioni varie per convincere la signora Ornella a cambiare avvocato. Ma lei insiste. Vuole l’avvocato Marcolini che, essendo il legale aziendale, conosce meglio di ogni altro le vicende societarie.
Il 20 giugno però, alle 20,58 viene spedito a Niki un telegramma: devi nominare l’avvocato X. Il telegramma viene spedito dalla casa di Niki stesso, che in teoria avrebbe dovuto essere sotto sequestro.
Niki non sa che la madre è contraria. Come potrebbe saperlo se non si sentono da giorni? E di fronte ad un invito così perentorio Niki esegue.
Il giorno dell’udienza, il 23 giugno, Ornella viene a sapere che suo figlio ha cambiato avvocato. La signora torna a casa senza aver potuto vedere suo figlio.

Il 24 giugno alle ore 13,15, arriva una telefonata sul cellulare della signora: “E’ il carcere di Sollicciano, suo figlio si è suicidato”
Senza seguire le normali procedure (le quali prevedono che la direzione del carcere avvisi la polizia, la quale si deve recare dai parenti insieme ad uno psicologo) qualcuno ha telefonato direttamente al cellulare della signora.

Il 19 luglio il marito della signora Ornella si reca a San Marino per sistemare le questioni relative all’appartamento che Niki aveva in affitto. E… sorpresa… l’appartamento è stato completamente ripulito. Non ci sono più neanche i mobili. Tutto sparito: Pc del ragazzo, vestiti, lettere, tutto…

Ma veniamo al suicidio. Niki si sarebbe impiccato con il laccio di una scarpa e un paio di jeans, appendendosi alla finestra del bagno, senza l’altezza necessaria. Una tecnica possibile da attuare in linea teorica, ma quasi impossibile da realizzare nella pratica, perché – ammesso e non concesso che il laccio non si spezzi, e ammesso e non concesso che il laccio sia lungo abbastanza da poterci costruire un cappio - si muore dopo tanto tempo, e con sofferenze atroci, il che fa sì che l’istinto di sopravvivenza porti il potenziale suicida a desistere prima di terminare l’operazione.
E’ la stessa tecnica dei suicidi con le buste di plastica. Impossibili da realizzare nella pratica, anche se in teoria sono fattibili. Questo perché l’istinto di sopravvivenza, nella fase della mancanza di ossigeno, prevale sulla volontà di morte e in genere la persona tende a liberarsi sentendo il senso di soffocamento. Quindi il 99 per cento dei suicidi con le cosiddette buste di plastica sono in realtà omicidi.

Dopo due giorni, il funerale. Il figlio non lascia neanche una lettera alla madre. Si sarebbe suicidato così. Senza un motivo. Appena 4 giorni di carcere, in pratica, avrebbero piegato la volontà di Niki fino a farlo decidere di togliersi la vita. Inoltre il ragazzo, a quanto dicono alcuni testimoni, era tranquillo, con la coscienza pulita, non aveva motivo di decidere per una fine così tragica.
Il Pm archivierà tutto come suicidio. Non terrà conto quindi delle tante, troppe stranezze di questa vicenda. Dal verbale risulta che un agente aveva parlato con il ragazzo alle 10. Ma l’ora della morte è fissata proprio alle dieci. Una contraddizione insanabile.
I due compagni di cella di Niki non riescono a ricostruire l’accaduto in maniera credibile perché le due versioni dei fatti sono discordanti.
Manca l’esame tossicologico sulle cause della morte.
Eppure tutto questo, non è sufficiente per fare indagini ulteriori e tutto viene archiviato.

La signora fa opposizione all’archiviazione ma… sorpresa… l’opposizione all’archiviazione si perde… Per fortuna il legale ne conserva una copia e la deposita nuovamente.


Approfondendo la questione vengono alla luce altre anomalie.
Verranno arrestate altre 17 persone in questa inchiesta. Niki era l’unico che aveva dichiarato al magistrato di voler collaborare. Sarà l’unico a suicidarsi. Gli altri, che si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, verranno tutti liberati in poco tempo. Strano destino no? Le persone che hanno tenuto la bocca chiusa, sono state liberate. L’unico che voleva parlare, ha avuto la bocca chiusa per sempre. Strano destino che ricorda un po’ la legge del contrappasso…

Nei giorni successivi Ornella chiede la documentazione relativa alla posizione del figlio alle società per le quali il figlio lavorava. Ma non riceve alcuna risposta.

O meglio. Riceve una risposta nel tipico linguaggio di noi legali quando vogliamo prendere tempo: “La società Sofisa (NB. Il nome ricorda Sofia, la sapienza…) nel rispetto della legge Sanmarinese fornirà in futuro tutte le informazioni che le verranno richieste”.

Ma la signora, ad oggi, non ha ancora ricevuto niente.

Da legale decido di fare un controllo. Vediamo cosa dice la legge sammarinese al riguardo… faccio una ricerca e mi trovo alla voce “società” 152 documenti in ordine sparso solo sul diritto societario. Migliaia di pagine cioè. Poi dovrei controllare le sanzioni civili e penali per gli inadempienti, ecc…
Inoltre scopro che non esiste un vero e proprio codice perché a San Marino si applica “il diritto comune”… che è una espressione tecnica per dire, in linguaggio giuridico, che non esiste una legge specifica, non esiste un codice cioè, ma esistono una miriade di leggi caotiche che si applicano non sai bene come.
Quanto basta per far desistere chiunque a meno che non sia un legale e che non abbia a sua disposizione un intero periodo di ferie…
Ma da avvocato oramai non mi stupisco più perché so che la legge è fatta per fregare il cittadino, non per tutelarlo. Il potente non ha bisogno di conoscere la legge perché ha la certezza che qualunque essa sia, comunque non verrà applicata. Il cittadino comune, invece, se vuole conoscere un suo diritto (un diritto teorico, perché poi è tutto da vedere se sia possibile chiederne l’applicazione pratica) deve sborsare migliaia di euro.


Le stranezze.
- Molte sono le cose che non quadrano in questa vicenda.
Anzitutto in isolamento non si può ricevere alcun telegramma. Come gli è stato recapitato? E da chi?
Assurdo poi che sia stato mandato dalla casa di Niki… solo i servizi segreti possono fare questo e ottenere questo. Provate voi, cittadini qualunque, a mandare un fax dalla casa di un arrestato, e vedete che vi succede.
Assurda anche la telefonata dal carcere sul cellulare della signora, in barba a tutte le procedure. Ma è chiara la tecnica e anche il fine di questa telefonata. Aumentare il dolore della signora, farla impazzire dal dispiacere affinché lei non capisca la verità e abbia ancora meno forza per combattere.
Assurda un’archiviazione senza preventivo esame tossicologico. Assurdo l’ostruzionismo alla richiesta della signora di avere i documenti relativi alla posizione societaria di suo figlio.
Assurdo che uno venga mandato in un carcere speciale, di massima sicurezza, quando è tratto in arresto per un reato di minima gravità. Frode informatica!!! Ci sono persone che stuprano, che uccidono, che rubano miliardi, e che sono in giro libere. Ma per una “frode informatica” c’è bisogno di un carcere di massima sicurezza!
Assurdo che un ragazzo si suicidi con il laccio di una scarpa..

In uno stato di diritto serio, in cui il diritto veramente fosse uguale per tutti, si metterebbero innanzitutto sotto inchiesta i periti e il PM.
Poi si procederebbe con le indagini facendo l’analisi tossicologica, andando a vedere che ruoli aveva Niki nella società, e in tal modo si risalirebbe ai mandanti con una facilità tale che, probabilmente, la cosa sarebbe alla portata anche di un dodicenne con un basso quoziente intellettivo.
Nel nostro stato, invece, ci sarà sempre un muro di gomma. Lo stesso muro di gomma che c’è stato per tutte le persone uccise nei decenni precedenti.


Conclusioni
Cara Ornella, come promesso le ho scritto l’articolo.
Aveva torto l’avvocato cui lei si rivolse. Non abbiamo bisogno di prove, per dimostrare l’omicidio. Non abbiamo bisogno di prove e moventi. E neanche di mandanti.
Le prove ci sono tutte. Quando attorno ad una vicenda si muove un casino infernale, come ho scritto varie volte, quando le istituzioni fanno muro, quando compaiono personaggi iscritti in massoneria da destra e da sinistra, si può star sicuri che l’evento non è una morte accidentale, per il semplice motivo che altrimenti tutti si prodigherebbero per fare il massimo affinché lei possa arrivare all’accertamento della verità.
Quando invece tutti remano contro, allora vuol dire che la morte è un caso di omicidio e non di suicidio.
I moventi sono chiari e li ha scritti lei sul suo blog. Suo figlio era l’unico che voleva collaborare, dei 18 arrestati. E collaborare con la giustizia, nel nostro paese, non è permesso. Chi collabora veramente muore. E in genere muore prima ancora di poter arrivare a dire qualsiasi cosa o a fare qualsiasi cosa.
Abbiamo anche i mandanti.
I mandanti sono facilmente individuabili, perchè sono tutte le persone che sono coinvolte nella vicenda di suo figlio. Tutte le persone che in qualche modo hanno depistato, sviato, inquinato, impedito… Per il nostro codice penale, signora, all’articolo 110, le persone che concorrono in un reato a qualsiasi titolo sono punite tutte allo stesso modo. Istigatori, mandanti ed esecutori, hanno più o meno la stessa pena.
Il mandante, signora Ornella, è il sistema stesso. Talvolta non c’è un ordine di esecuzione che parte dall’alto, da una persona determinata, come si vede nei film. E’ il sistema che decreta la tua morte, col consenso di tutti quelli che ne fanno parte e che lo accettano supinamente o attivamente. Persone come Rino Gaetano, come Tobagi, come Pecorelli, le persone uccise in questi decenni nei centri sociali, Lucio Yassa, Betty Altomare, non avevano un nemico preciso, individuato…Erano scomodi al sistema, e il sistema impone l’eliminazione degli elementi sgraditi.
Quindi l’ordine di esecuzione per suo figlio, sarà stato dato da una pluralità di persone d’accordo tra loro, perché la sua scomparsa fa parte di un sistema di regole codificato da secoli. Suo figlio aveva deciso di parlare, e questo, per chi lavora in una società che fa affari illeciti in un paradiso fiscale come San Marino, è uguale alla morte.
Lei signora è una delle prime, a quanto mi risulta, che non solo ha capito subito la verità, ma anche che la sta cercando con vigore.
Allora signora, so che questo non la consolerà. Ma noi buddisti crediamo che ogni anima si incarni in un corpo e in una vita determinata per un compito preciso. Quello di suo figlio era di scomparire in questo modo.
E quello suo è quello di far conoscere la verità a più gente possibile perché, come ha detto anche lei, solo la verità rende liberi, e forse un giorno, fra decenni, liberi lo saremmo veramente, col contributo di tutti noi. Per aiutare tutte le madri nella sua condizione e tutte le persone morte inconsapevolmente per un motivo che neanche conoscevano o intuivano, all’epoca.
Affinchè questa strage di innocenti finisca un giorno, probabilmente quando noi non ci saremo più.

Previsioni per il futuro
Cara signora, non so se lo sa, ma leggevo i tarocchi fin dall’età di quindici anni.
Ora che sono grande non ho bisogno dei tarocchi per sapere quello che le succederà.
Glielo dico in anticipo, affinché lei si possa cautelare in tempo. Ripetendole alcune cose che le ho detto quando ci siamo incontrati al mio studio.
Spesso le spariranno dei fascicoli in tribunale.
Le sue domande spesso, anche se non sempre, rimarranno senza risposta.
Se i media nazionali la ascolteranno e la faranno parlare, ometteranno proprio le cose più importanti, e cioè: in che società era suo figlio? Di cosa si occupava la società? Chi erano i suoi colleghi e in che rapporti erano con le inchieste di De Magistris? Queste cose, i media nazionali non lo diranno mai, e in ogni trasmissione o intervista in cui lei comparirà verrà sempre insinuato il dubbio che lei sia una visionaria che non accetta la morte di suo figlio.
Quando sarà vicina alla verità o quando avrà qualcosa di importante da divulgare, sarà il momento che non la faranno parlare.
Faranno di tutto per allontanarle la gente vicina e forse la riempiranno di querele e procedimenti giudiziari affinché lei passi tutto il tempo a difendersi e non abbia tempo di fare altro.
Perdere i documenti in tribunale, archiviare con motivazioni fantastiche, ecc… è una delle loro tecniche per sfinire psicologicamente una persona.
Cercheranno di avvicinarle persone che carpiranno la sua buona fede aiutandola molto, entrando magari nel cerchio delle persone di sua fiducia per poi tradirla dopo mesi o anni di aiuto.
Faranno di tutto per creare situazioni in cui far litigare lei e suo marito, o lei e le sue amiche, o per dividere il comitato costituito per suo figlio.

Le dico quel che deve fare per evitare al minimo i guai.
Il nostro sistema giudiziario è un colabrodo fatto per proteggere i delinquenti. Quindi rivoltiamo il sistema contro chi il sistema l’ha creato.
Dal punto di vista giudiziario è sufficiente non avere beni e non avere intestato nulla, così potrà evitare di perdere tempo in giudizi defatiganti, in quanto le eventuali cause civili contro di lei si risolveranno in un nulla di fatto.
Dal punto di vista penale non tema querele o altro. Per reati di diffamazione nessuno va in galera fino a condanna definitiva, e con i tempi della nostra giustizia e un bravo legale lei farà andare tutto in prescrizione. Quindi dica la verità senza paura. Al massimo, se subirà la condanna, ciò avverrà fra parecchi anni, quindi stia tranquilla e consideri gli eventuali atti giudiziari per quello che in realtà sono: dei pezzi di carta, che non hanno il potere di modificare la nostra vita reale, se noi non gli diamo questo potere.
Se poi per disavventura finirà in galera, basta che impari delle tecniche di meditazione, si può stare fermi anche una giornata senza soffrire l’isolamento e con le leggi che abbiamo in genere si sta fuori dopo pochi giorni.
Queste cose valgono tanto per lei quanto per suo marito, perché cercheranno di colpire lui per potervi dividere e renderla più debole.

Dei depistaggi, delle persone che verranno a creare confusione, non si preoccupi. Prima o poi queste persone si tradiscono, e chi è in buona fede le scopre. Magari ci mette anni, come è capitato a noi, ma vengono sempre scoperte.
Se non darà importanza al denaro, non sarà col denaro che potranno colpirla.
Se non darà importanza alla sua “reputazione” facendola dipendere da un certificato penale che nel nostro stato ormai è solo carta straccia, non sarà con i processi penali che riusciranno a colpirla.
Se non darà importanza alla sua vita, perché la considererà importante quanto la vita di suo figlio, quanto la vita delle persone che la circondano, e di tutte le persone che verranno dopo di lei, e se capirà che tutto ciò che fa è indirizzato a tutte le persone che dovranno ancora morire, quelle che sono morte, che sono state diffamate, infangate, dimenticate, e lo saranno in futuro, allora non sarà con la paura di morire che la fermeranno.
Se poi lascerà che l’amore di suo figlio la guidi sopra ogni altra cosa e insieme con esso la guidi l’amore per la verità, di suo figlio e di tutte le altre persone nella sua situazione, allora non la potrà fermare nessuno.
Se tiene presente che quello che è successo a lei, è successo a centinaia di persone in passato e succederà ancora, se tiene presente che quello che lei fa oggi per suo figlio, lo fa anche per tutte le persone che verranno uccise in futuro, allora sappia che se lei vincerà, lo avrà fatto anche per tutte le persone che verranno in futuro dopo suo figlio. E allora la morte di suo figlio avrà un senso, e verrà un giorno, fra molti e molti anni, in cui oltre al dolore immenso per la scomparsa di Niki, proverà l’orgoglio di sapere che la morte di suo figlio è servita a tante persone, in Italia.
Vada avanti. Per quello che potrò, cercherò di starle vicino.
Con affetto.
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Ps. La signora Gatti ha costituito un comitato che si adopera per far emergere la verità sul figlio.
E ha aperto un blog per informare degli eventi

La foto di Eluana

Fonte:

 

La foto di Eluana

Pubblicato giovedì 12 febbraio 2009 in Spagna

[Diario de Mallorca]

In certe occasioni, un’immagine non vale più di mille parole. Al contrario, una fotografia può distorcere la realtà e servire da alibi in una battaglia tanto sterile quanto ingiusta. In Italia se n’è prodotto un esempio chiaro nella morte di Eluana Englaro, la donna di 38 anni morta dopo averne passati 17 in stato vegetativo a causa di un incidente d’auto avvenuto quando ne aveva 21. La sua famiglia ha patito un calvario giudiziario di dieci anni per ottenere il diritto di non prolungarle la vita artificialmente, in un paese dove non esiste una legge sul testamento biologico come quella spagnola e che non permette l’eutanasia. 

Che tipo di stato obbliga i suoi cittadini a lottare tanto per un obiettivo così disgraziato? Che tipo di società insulta e maltratta un padre che vede come unico cammino per riconquistare la volontà di sua figlia (la quale aveva espresso con chiarezza il suo desiderio di non voler vivere nelle condizioni che le sono toccate), quello di permettere che muoia di fame e sete? 
Eluana che sorride sulla neve. Eluana con il cappello guardando verso la macchina fotografica. Eluana che si copre con la tenda della doccia, scherzando con chi la stava ritraendo. 

Questa non era la malata di 40 chili, piagata, atrofizzata e irrecuperabile alla quale il padre faceva visita tutti i giorni e che il primo ministro Silvio Berlusconi non ha voluto conoscere, nonostante sia stato invitato. Perchè, lì o quì, è più facile fare leggi contro gli altri poteri dello stato e contro il sentimento comune, se non si affronta la dura verità, questo è lo stato attuale delle cose. La sera in cui Eluana moriva, i politici litigavano come gatti cercando di portar avanti, con urgenza, una legge che la attaccasse per sempre alla macchina, un testo irrazionale, che poi è stato ritirato perchè spaventoso, persino per i medici ultraconservatori. 

Quella stessa sera, la maggioranza degli italiani sceglieva in televisione tra i programmi sul caso di Eluana e il Grande Fratello. Ha vinto quest’ultimo, trasmesso in uno dei canali di Berlusconi. L’audience ha preferito la finzione più dolce e inutile, convenientemente impacchettata e pronta per essere consumata. L’altra finzione, la ragazza mora esultante che in qualsiasi momento si sarebbe alzata dal letto, era troppo difficile da mandar giù.

La Chiesa cattolica, non voleva perdere una partita sul suo campo. Magari si fosse mostrata così belligerante quando venivano bombardate case piene di bambini a Gaza o quando il governo perseguita gli immigrati che scappano dalla fame a due passi dai suoi templi. Dimenticando uno dei principi più belli della sua religione, la compassione per la sofferenza del prossimo, i fedeli hanno montato decine di altarini con la foto della bella ragazza che non esisteva più. Dimenticando anche che Gesù Cristo ebbe la possibilità di scappare ma, avvalendosi della sua libertà personale, preferì seguire il suo cammino, quello di una morte certa.

[Articolo originale di Pilar Garcés]

Crozza/Veltroni

Gianni Alemagna



Immagine di Roberto Corradi


Gli elettori italiani sono nati per soffrire. Di quelli del Pd già si sapeva (ora, per rincuorarli un po’ dopo gli ultimi rovesci, Enrico Letta annuncia una bella alleanza con l’Udc di Casini, Cesa e Cuffaro). Quelli di destra invece erano abituati benino, nell’ultimo periodo, dunque meritavano anche loro una bella mazzata. Ha provveduto Gianni Alemanno, sindaco di Roma, annunciando che presto la Capitale dedicherà - a titolo di «doveroso omaggio e riconoscimento» -una strada a Bettino Craxi, «un grande leader che ha anticipato la modernizzazione del Paese. Un’esigenza oggi portata avanti dal Presidente Berlusconi». Sulla continuità fra Craxi e Berlusconi, niente da dire: la testimoniano anche i 23 miliardi di lirepassati dai conti esteri del secondo a quelli del primo nei primi anni 90. Più controversa la questione del grande leader modernizzatore: forse Alemanno si riferisce alle due condanne per il magnamagna di Tangentopoli, o al rapporto debito-pil passato nei 4 anni del governo Craxi dal 70 al 92%, o all’alleanza coi generali argentini e col tiranno somalo Siad Barre, o alla fuga organizzata per sottrarre alla giustizia il terrorista palestinese Abu Abbas dopo il sequestro della nave Achille Lauro e l’assassinio di un ebreo paralitico americano. La via di Roma dedicata all’unico premier corrotto e latitante della storia dell’Occidente sarà quellaantistante l’hotel Raphael. Una scelta non casuale: proprio lì, nell’aprile ’93 gli elettori delMsi, e poi di An e poi di Alemanno tirarono le monetine a Bettino urlando «via Craxi». Ora, finalmente, verranno esauditi.

Banche allo Stato, potere alle èlite

Fonte:

Berlusconi e Tremonti gettano il sasso nello stagno e ritirano il braccio dietro la schiena. Cominciano a dire che vogliono nazionalizzare le banche, per salvare il culo alle oligarchie arricchite alle spalle dell’eterna fiducia a debito degli ignari cittadini.

La Rete e l’informazione possono svegliare le coscienze con qualche proposta. Siccome reputo Marco Saba del Centro studi monetari persona competente in materia di politiche monetarie, pubblico la lettera che mi ha scritto con le sue previsioni e le sue proposte.

Il cosiddetto salvataggio delle banche non può essere definito altrimenti, per il fatto che nel nostro sistema sono le banche a creare dal niente la moneta legale attraverso il meccanismo del “cinquantato credito” che deriva dal sistema della “riserva frazionaria” al 2%. Il valore di questa moneta bancaria pesca nel potere d’acquisto della collettività. Un esproprio silenzioso, paragonato al ladro che si introduce nottetempo nelle case per rubare ai cittadini ignari. Un meccanismo criminale, usato per affermare e promuovere una élite degna figlia di quel sistema.

Si assiste così alla negazione plausibile della causa criminale della crisi che, come quella del 1929, viene portata avanti attraverso la contrazione dello sfintere bancario del credito.
A che serve? Senza circolazione monetaria si crea una deflazione artificiale dei prezzi, fin quando il cittadino in bancarotta sarà 
costretto a cedere i suoi beni reali a due palle un soldo. Sempre sperando che nel frattempo non scopra la verità, e cioè che il 100% delle tasse trattenute in busta serve per ripagare l’inutile debito pubblico acquistato (con lo sconto) in prima battuta dalle banche. Debito inutile perché l’élite sa bene che se la funzione monetaria e creditizia fosse esercitata direttamente dallo Stato, tale debito non esisterebbe.
Basterebbe emettere biglietti di Stato a corso legale (come accadeva con le 500 lire) che non creano debito pubblico e nemmeno enormi profitti privati.

La diffusione dell’informazione in Rete sta aumentando la consapevolezza dei cittadini che cominciano a chiedersi se i governi siano solo specchietti per allodole cheoccultano ‘arricchimento di alcune èlite.
Cominciano a dubitare che lo Stato sia diventato esattore per conto di una congrega di banchieri nati stanchi. Si chiedono se il Trattato ribattezzato di “Matrix” con la cessione della sovranità monetaria ai banchieri privati che si nascondono dietro la BCE, abbia rappresentato un atto di 
alto tradimento firmato da Cossiga, De Michelis, Carli e Andreotti.
Dubitano che se le tasse servono a pagare il pizzo alla rendita monetaria privata, farebbero bene a ricorrere al nero ed ai paradisi fiscali.

Durante il fascismo i partigiani venivano chiamati terroristi. Come saranno chiamati gli evasori fiscali? I resistenti al pizzo del signoraggio nella Terza Repubblica dove lo Stato non dovrà più nascondersi dietro ai suoi segreti monetari? Ma soprattutto, come ci arriveremo a questa Terza Repubblica? Col sangue per le strade? Dobbiamo aspettare che la Polizia spari sui civili, sui disoccupati ed i poveracci per vedere riforme sensate?

Ecco alcune modeste proposte per una transizione a bassa intensità.

Introduzione della valuta Amazonida, adottata al Forum di Belèm (BRA) in concomitanza col Forum di Davos. Il principio di copertura valutaria già proposta da Giuseppe Mazzini ne “I doveri dell’uomo” del 1860, prevede l’istituzione di luoghi di deposito pubblici, dai quali, accertato il valore approssimativo delle merci consegnate, si rilascia un documento simile a un biglietto bancario, ammesso alla circolazione e allo sconto, tanto da render capace l’Associazione di poter continuare nei suoi lavori e di non essere strozzata dalla necessità d’una vendita immediata e a ogni patto”. La logica è semplice: si immettono sul mercato sia le merci (ed i servizi) che il mezzo congruo per poterle transare, senza bisogno di acquisire ad usura questo mezzo monetario, e quindi impedendo alle banche di intromettersi coi loro diktat strampalati nel libero commercio tra i cittadini.

La proposta di adottare monete locali e/o complementari non attua - in queste condizioni - lo scopo più ampio della redistribuzione della ricchezza in senso lato, poiché si tratta di iniziative per forza di cose limitate dal punto di vista dell’impatto economico. Però svolgono una critica duplice funzione:
fanno riflettere i cittadini sulla reale funzione e natura della moneta.
Permettono di abituare la cittadinanza all’uso di un nuovo mezzo che potrebbe rivelarsi cruciale, nel caso molto prevedibile, di un abbandono brusco ed immediato del sistema a corso forzoso.
E’ uno strumento su cui reindirizzare la fiducia che la cittadinanza sta ritirando dal sistema economico-politico attuale.

La sua adozione su vasta scala costerebbe poco rispetto alle iniziative al vaglio dei G7. La stimo in circa due miliardi di euro una sua implementazione su scala europea nel giro di 6-12 mesi.
La maggior spesa sarebbe nell’
informare e istruire la cittadinanza, quindi nei mezzi di comunicazione di massa. Soluzione molto più sensata ed economica del ricorrere ad un indebitamento pari a 50.000 euro per ogni cittadino europeo per salvare un sistema corrotto e già condannato.

Nell’improbabile ipotesi che venga scelta questa strada, le autorità statali potrebbero attivare istituzioni gia esistenti per la gestione dell’emissione dei biglietti di stato a corso legale: Banca d’Italia (post rinazionalizzazione), Cassa DD PP, Tesoreria dello Stato, sportelli delle Poste, codice fiscale come identificativo univoco del conto di cittadinanza, sedi distaccate della Banca d’Italia per la supervisione delle monete regionali, etc.
Strada che va tentata perché di fronte ai 
venti di guerra civile che arrivano dagli Stati Uniti, nessuna precauzione va tralasciata. Sempre che non si voglia trasformare l’Europa in un enorme campo di concentramento economico, ma anche in questo caso non sarebbe da escludere la moneta locale, così come venne adottata nel campo di concentramento di Theresienstadt.

Marco Saba

Guerra!

Fonte:




di Marco Francesco De Marco
 
20 febbraio 2009

  
 
Siamo in guerra. Una guerra sporca che non ha nulla di antico ed ascetico. Nessuno può mostrare il suo valore o il coraggio degli Eroi. Il nemico è invisibile e pertanto non si può combattere, almeno non con i metodi tradizionali
E’ un 
Sistema tecnocratico, fatto di apparati e procedure, dietro le quali si nascondono uomini freddi e spietati. Il loro obiettivo, attraverso la creazione a tavolino di questa cosiddetta “crisi”, è l’impoverimento di Stati, aziende e cittadini. Dalla tempesta che ci attende ricaveranno una ricchezza incalcolabile. Essi tendono alcontrollo di tutto, ed il dominio parziale del quale oggi dispongono è poca cosa per il loro desiderio di potere assoluto.
Vogliono
 tutto il pianeta più il cinque per cento, come dice Bankestein. Nei giorni scorsi il loro piano è stato ben descritto su questo blog dagli articoli di Marco Della Luna e di Marco Milioni. Il prezzo di questo dramma sociale sarà pagato con le parole che scandiscono le tragedie: espropri, pignoramenti, fallimenti, sfratti, licenziamenti. Le angosce, le nevrosi, le ansie, la disperazione di tutti coloro i quali dovranno subire il piano di impoverimento e demonetizzazione, sono il prezzo dell’aggressione, della loro sporca guerra invisibile che attenta al nostro cervello ed al nostro equilibrio psichico. Il piano bellico è pronto; hanno preparato il terreno con lapropaganda e la pressione psicologica. 
Tutti attendono la crisi, quella vera, quella che produrrà la catastrofe esistenziale di milioni di italiani. Le pecore ipnotizzate sono pronte per essere tosate e macellate. L’esercito di 
collaboratori passivi, e tutto sommato individualmente non responsabili delle attività criminose che il Sistema ha posto in essere per impoverirci e farci disperare, è già pronto. 
Ufficiali giudiziari, finanzieri, funzionari di banca: tutti con le armi affilate. “Lei mi deve capire, io eseguo solo degli ordini”, “se lei ha preso un impegno che è diventato di seicentocinquanta euro al mese, deve mantenerlo, altrimenti cerchi una casa più piccola”. Dietro le divise, l’impersonalità, l’incolpevolezza individuale, esigono danaro che non hanno il diritto di esigere, chiedono la restituzione di soldi che non ci hanno mai prestato, se non virtualmente; pretendono il pagamento di tasse frutto dell’usura che lo Stato subisce dalle Banche Centrali. Perdere il lavoro a cinquant’anni, chiudere il negozio che non regge il confronto con gli ipermercati, per poi emigrare, o trovare un lavoro precario. Questo è quello che hanno pianificato ai nostri danni, e continuano a dirci che la colpa è della crisi, una specie di carestia dovuta alla siccità. Mentre ci sodomizzano sussurrano all’orecchio “la colpa è tua, ti sei piegato senza guardarti dietro”. E la nostra classe politica accetta ogni evento senza reagire, con il Ministro delle Finanze che con disinvoltura scappa di fronte alle domande di un giornalista per poi parlare di un Nuovo Ordine Mondiale, ed il suo Premier favorisce le solite imprese che danno lavoro a centomila persone, ignorando tutte le altre che ne fanno campare dieci milioni. Dall’altra parte il fronte socialdemocratico serve con lingua altrettanto lunga i signori della finanza internazionale, i cui editti vengono pubblicati sui loro giornali a firma diretta dei padroni del vapore (George Soros in prima pagina su Repubblica). I media ci propongono finte liti, finte questioni di principio, finti rivoluzionari; i finti capipopolo attirano le attenzioni su problemi di terz’ordine, i giornali li sostengono, gli intellettuali si accodano, il popolo bue si coinvolge e si schiera a destra o sinistra.
Il fatto che pochi sappiano che una guerra è in atto, non vuol dire che non ci si trovi in guerra. Noi abbiamo tutto il diritto di difendere la nostra esistenza e di sottrarla alla schiavitù tecnofinanziaria voluta per noi dalla dittatura bancaria. Diffondiamo questa verità, prepariamoci ad iniziative clamorose, forti, di grande impatto mediatico. Occupazioni, banchetti, conferenze, militanza itinerante. Manifesti, volantini, appelli. Formiamo un coordinamento con tutti coloro i quali condividono le nostre consapevolezze. Cattolici ed atei, fascisti e comunisti, ed ogni altra categoria che vi verrà in mente. Sono tutti ben accetti. Riprenderemo a litigare dopo la caduta della dittatura bancaria. Per ora è importante che lo stagno putrido di silenzio e passività venga rotto, e che un vento rivoluzionario inarrestabile caratterizzi la nostra azione e la nostra esistenza. 
Bisogna portare lo scontro al centro della nostro progetto metapolitico, per rompere il muro di silenzio e complicità che copre la guerra in atto. Scontro ideale, culturale e se necessario anche fisico. Ci vorranno atti di coraggio,  si correranno rischi, ma la nostra libertà vale qualsiasi prezzo da pagare. Chi pensava che la nostra funzione fosse quella di essere rivoluzionari solo nel mondo virtuale di internet si sbagliava. Erano le premesse, il momento formativo, ma MZ è altro e chi pensa che la lotta che propongo sia troppo rischiosa per sé, lo dica subito e si sottragga. Potrà forse apparire superfluo ricordare che Ezra Pound diceva che “chi non è disposto a correre dei rischi per le sue idee o non vale niente o non valgono niente le sue idee”. O forse no.

Marco Francesco De Marco  

venerdì 20 febbraio 2009

Silvio si sarà fatto grasse risate davanti allo specchio

Fonte:

Silvio si sarà fatto grasse risate davanti allo specchio


Pubblicato venerdì 20 febbraio 2009 in Olanda

[de Volkskrant]

Mi scuso. Nel Volkskrant di mercoledì ho scritto una cosa che non è propriamente vera. Si tratta di una notizia sull’avvocato britannico David Mills, condannato dal tribunale di Milano a 4,5 anni di carcere per aver preso una tangente di 600mila dollari dalla Fininvest, la holding di Silvio Berlusconi. In cambio di ciò, Mills ha rilasciato deposizioni che scagionano Berlusconi in due casi di corruzione e frode degli anni novanta.

La prima frase di quell’articoletto cominciava con le parole: ”Il premier italiano Berlusconi martedì è stato messo in grande imbarazzo…” In effetti ce lo si sarebbe aspettato. Chiunque passi di nascosto 600mila euro ad un avvocato con la condizione che al processo questi tenga la bocca chiusa riguardo a tutta una serie di losche procedure, non dovrebbe andarsi a coricare così spensierato la sera se ha sentito che l’avvocato è stato arrestato per tale corruzione.

Eppure, quella prima frase non va. Berlusconi non è affatto stato ”messo in grande imbarazzo”. Anzi, c’è persino la forte possibilità che si sia fatto grasse risate. Che la sera, lavandosi i denti, abbia guardato nello specchio e si sia detto: ”L’ha fatto proprio bene, presidente” – sempre in linea con la sua abitudine di parlare di sé stesso alla terza persona singolare.

Niente da temere

Berlusconi non ha niente da temere per la condanna a David Mills. Se i giudici, motivando la sentenza, fra poco dovessero mostrare ogni genere di foto in cui il premier consegna personalmente il denaro all’avvocato, e anche se ci fosse l’accordo illegale tra i due nero su bianco, Berlusconi potrebbe comunque rimanere dov’è. Il suo ministro della giustizia, Angelino Alfano, vi ha da poco provveduto con perizia.

Alfano ha costruito una legge che garantisce immunità giudiziaria alle cinque cariche più alte dello stato italiano, tra cui ovviamente il premier. ”Berlusconi ha il diritto di governare”, così giustifica la sua legge il ministro. Detto altrimenti: che giudici e procuratori se lo tolgano dalla testa. Il processo nei confronti di Berlusconi in questa faccenda è perciò bloccato.

Una normale democrazia

Perché l’ho scritto allora? Temo di essermi lasciato guidare troppo dall’andamento delle cose che caratterizza una normale democrazia. L’ho scritto perché in una democrazia è consueto che in casi di questo genere il premier finisca ”in grande imbarazzo” – persino qualora una legge lo protegga da procedimenti giudiziari. In una normale democrazia la gente ne parlerebbe scandalizzata. I giornalisti metterebbero il premier in seria difficoltà con domande scottanti, se il ministro non si fosse già dimesso di propria volontà.

In Italia questo genere di ovvie reazioni è inverosimile. L’ANSA ha rimosso dal suo sito internet la notizia della condanna di Mills già la sera stessa. Il telegiornale del primo canale italiano ha riportato la notizia solo dopo 19 minuti. L’argomento è durato esattamente un minuto. Il notiziario dell’emittente di Berlusconi “Rete 4″ ha completamente ignorato il tema.

”In questo paese anche scandali enormi non hanno più alcuna conseguenza”, ha detto lo scrittore e giornalista Marco Travaglio l’anno scorso durante una conferenza. ”Nessuno si chiede più: è proprio normale quello che sta succedendo qui? E così arrivi quasi a pensare di essere tu il pazzo.”

Le mie scuse, dunque. Ma non sono pazzo. Non ancora.

[Articolo originale di Eric Arends]

L’Ecologia profonda: una nuova visione del mondo

Al di là degli usi e degli abusi del termine, qual è il vero significato della parola ecologia? E cosa distingue quella superficiale dall’ecologia profonda? Attraverso un viaggio virtuale, incrociando Dio e Cartesio, fino ad approdare alla deep ecology, abbiamo affrontato queste profonde tematiche con Guido Dalla Casa, autore del libro “L’ecologia profonda”… un testo da leggere e su cui meditare.


di 
Daniel Tarozzi

Colline
L’ecologia profonda è un movimento filosofico e di pensiero, una visione del mondo a sfondo panteista
Oggi si parla molto di ecologia e spesso a sproposito. Prima di tutto, quindi, come definiresti l’ecologia?

"Al di là del significato etimologico, l’ecologia è il sentimento profondo che ci dice che tutto è collegato, che non possiamo danneggiare una parte senza danneggiare il tutto, che facciamo parte di un unico Organismo (l’Ecosistema, o la Terra) insieme a tutti gli altri esseri viventi-senzienti: il primo valore è il benessere dell’Ecosistema, da cui consegue anche quello dei componenti, e quindi il nostro".

Che cos’è l’ecologia profonda e come si differenzia da quella di superficie?

"L’ecologia profonda è un movimento filosofico e di pensiero, una visione del mondo a sfondo panteista che richiede un profondo rispetto per tutti gli esseri senzienti (e quindi anche gli ecosistemi) e per tutte le relazioni che li collegano fra loro e al mondo cosiddetto “inanimato”.

Non assegna alla nostra specie un valore particolare, ma la considera completamente parte della Natura. Vede la Terra come l’Organismo cui apparteniamo.

L’ecologia di superficie, resta completamente antropocentrica e quindi non modifica il sottofondo di pensiero della cultura occidentale: richiede soltanto di diminuire il più possibile gli inquinamenti e salvare alcune aree intatte per il beneficio dell’uomo. Considera la Terra come la casa dell’uomo. In sostanza, tutto può andare avanti come prima, con qualche accorgimento tecnico e qualche depuratore".

Quali sono i concetti fondamentali su cui si fonda?

"Una visione sistemica del mondo, una filosofia non-dualista, il riconoscimento della sacralità della Terra e del diritto ad una vita degna per ogni essere senziente".

Che cosa significa avere una visione olistica del mondo?

"Non spezzettare l’universale, considerare sempre l’aspetto sistemico-globale ed evitare di cadere nei dualismi tipo mente-materia, Dio-il mondo, uomo-natura e simili. In una visione olistica l’intero è più della somma delle sue parti. Si pone l’accento più sulle relazioni che sui singoli componenti".

Ecologia profonda
Copertina dell'E-book L'Ecologia Profonda di Guido Dalla Casa, Arianna Editrice
Quale fu l’errore principale di Cartesio?

"Ce ne sono diversi, che riporto di seguito, ma il principale è stato quello di creare un’insanabile spaccatura nel mondo vivente: gli umani, che hanno una spiritualità (separata dal corpo) e gli altri esseri che sono soltanto materia, cioè macchine manipolabili a piacimento. Era convinto che gli (altri) animali non potevano soffrire! Non aveva nessuna considerazione per le entità naturali.

Inoltre:

• Il dualismo spirito-materia è smentito dalla fisica moderna e in particolare dall’interpretazione di Bohr-Heisenberg che nega l’esistenza di una realtà oggettiva esterna, cioè di un mondo energetico-materiale indipendente dalla psiche. Spirito e materia sono inscindibili.

• Il primato della ragione su emozione e sentimento è smentito dalla psicoanalisi. Il richiamo all’inconscio fa svanire in gran parte l’idea che il comportamento è conseguenza dei ragionamenti.

• Il “Cogito. Ergo sum” è una proposizione illusoria. Già nella premessa (Penso) è implicita la conclusione (Quindi sono).

Infatti, non è evidente un “io” pensante, ma soltanto un pensiero variabile. La sua condensazione in un ego distinto e autonomo è un passaggio arbitrario, perché in realtà non viene constatata l’esistenza di una entità permanente chiamata “io”, ma solo un flusso di pensieri in perenne mutamento, una successione incessante di stati mentali in continua variazione. In altre parole, dal fluire di pensiero (nel divenire), Cartesio fa un passaggio arbitrario ad una entità stabile (nell’essere).

Pensare è un processo. Essere è uno stato. Quando penso, il mio stato mentale cambia nel tempo. Come può l’ego cui si riferisce restare lo stesso?"

E della visione dualistica della realtà?

"Rispondo citando Bateson (Verso un’ecologia della mente):

Se mettete Dio all’esterno e lo ponete di fronte alla sua creazione, e avete l’idea di essere stati creati a sua immagine, voi vi vedrete logicamente e naturalmente come fuori e contro le cose che vi circondano. E nel momento in cui vi arrogherete tutta la mente, tutto il mondo circostante vi apparirà senza mente e quindi senza diritto a considerazione morale o etica. L’ambiente vi sembrerà da sfruttare a vostro vantaggio. La vostra unità di sopravvivenza sarete voi e la vostra gente o gli individui della vostra specie in antitesi con l’ambiente formato da altre unità sociali, da altre razze, dagli altri animali e dalle piante.

Se questa è l’opinione che avete sul vostro rapporto con la natura e se possedete una tecnica progredita, la probabilità che avete di sopravvivere sarà quella di una palla di neve all’inferno. Voi morrete a causa dei sottoprodotti tossici del vostro stesso odio o, semplicemente, per il sovrappopolamento e l’esagerato sfruttamento delle risorse.”

Quali i limiti del mondo contemporaneo e quali le prospettive che la deep ecology propone?

"I limiti del mondo contemporaneo sono dovuti al fatto che si basa sullo sviluppo economico, sistema lineare con una sola variabile (il denaro), che è un fenomeno impossibile, perché incompatibile con la Biosfera, sistema complesso con un grande numero di variabili. Nell’Ecosistema possono esistere solo cicli chiusi, mentre il sistema economico preleva e scarica qualcosa di fisso (risorse e rifiuti). Inoltre, il sistema economico pretende di crescere all’infinito in un pianeta finito. Il fatto che sia durato per due secoli significa soltanto che la sua fine è vicina, per il modo di procedere dei fenomeni esponenziali.

Le prospettive proposte dalla deep ecology sono un completo mutamento di paradigma, che porti:

- al sentire consapevolmente la rete che collega qualunque essere o evento

- all’estinzione del desiderio per i beni materiali

- all’amore compassionevole verso tutti gli esseri senzienti".

Mare
Le prospettive proposte dalla deep ecology sono un completo mutamento di paradigma

Come si rapporta al cattolicesimo?

"Gli elementi in comune fra ecologia profonda e mondo cattolico si possono così riassumere:

- la fine del consumismo, e quindi della crescita economica, che è una conseguenza della filosofia materialista e meccanicista che domina il cosiddetto mondo moderno;

- la fine di un certo scientismo di derivazione cartesiana, anche se fino a tempi molto recenti si è stabilita fra scienza ufficiale e mondo cattolico una sorta di alleanza, basata su una netta divisione di competenze;

- una forma di spiritualità che dia un profondo significato a tutta la Vita e a tutta la Natura.

Ci sono però differenze profonde:

- Per il mondo cattolico la spiritualità viene da un Dio personale ed esterno al mondo. Per l'ecologia profonda la spiritualità è immanente nella Natura: gli altri viventi sono anche esseri senzienti;

- Per il mondo cattolico, la nostra specie è del tutto particolare, è frutto di una creazione speciale, ha un destino diverso: nella migliore delle ipotesi, è depositaria del dovere di "amministrare bene" il mondo naturale. Per l'ecologia profonda l'uomo è un essere vivente che fa parte completamente di un sistema anche mentale molto più grande, che comprende tutto l'Ecosistema, o la Terra stessa. L’uomo sta alla Natura come la parte al Tutto.

- Per l'ecologia profonda uno dei pericoli più grandi che minacciano la situazione vitale del Pianeta è la mostruosa sovrappopolazione umana che l'affligge: invece le istituzioni religiose dell’Occidente non fanno che inneggiare alla crescita demografica, anche se non si capisce bene perché. E' il sistema economico che cerca sempre consumatori: la Chiesa sta prendendo le distanze, anche se molto lentamente, dalla smania economicista-consumista del mondo attuale.

Per secoli la Chiesa cattolica ha avuto la più grande indifferenza per gli altri esseri viventi e per tutte le entità naturali, che considera al servizio dell'uomo, visto come "al di sopra" o "al di fuori". Ogni tanto qualcuno tira fuori San Francesco, e sta bene, ma si tratta sempre di un'eccezione.

Comunque le prescrizioni anti-ecologiche sono tutte contenute nell'Antico Testamento, su cui purtroppo si è poi basata gran parte della dottrina di tutte le Chiese cristiane, che se lo sono tirato dietro dai primi secoli. L'insegnamento di Cristo è molto, molto lontano dall'Antico Testamento e assomiglia piuttosto al Buddhismo, soprattutto Mahayana, in cui è essenziale "l'amore compassionevole verso tutti gli esseri senzienti".

Qual è il ruolo del femminile in questa visione?

"Il mondo moderno è divenuto quello che è oggi soprattutto per opera del sesso maschile, con caratteristiche di competizione e autoaffermazione individualistica. Il femminile è in genere più portato all’universalizzazione e alla cooperazione, spesso per la naturale tendenza ad avere forti legami con i neonati bisognosi di cure e attenzioni. In questo senso il ruolo del femminile è essenziale, anche per un antico richiamo inconscio verso la Madre-Terra".

Terra e mani
"Dobbiamo salvare il Pianeta, perché diversamente non salveremo neppure noi stessi"

In breve, cosa possiamo fare ora?

"Soprattutto diffondere le basi del nuovo paradigma e mettere in discussione tante idee considerate “evidenti” solo perché respirate fin dalla nascita (competizione, successo, desiderio continuo dei beni materiali, posizione della nostra specie come staccata dalla Natura). Parlare spesso con grande considerazione e rispetto degli altri esseri senzienti e della sacralità della Terra, evidenziare che l’idea fissa dello sviluppo non è “propria della natura umana”, ma è nata solo in una cultura in un determinato momento della sua storia.

Trascorrere qualche periodo di tempo in qualche area naturale quasi-intatta può essere molto utile per noi stessi e per meditare su dove sta andando il mondo.

Inoltre, possiamo tenere comportamenti ecologicamente “virtuosi” e cercare di ridurre il più possibile i consumi".

Dobbiamo salvare il pianeta o salvare noi stessi?

"Dobbiamo salvare il Pianeta, perché diversamente non salveremo neppure noi stessi. Se non si salva l’Organismo, non si salvano neppure i suoi componenti".

Ci riusciremo?

“L’uomo non evita mai le catastrofi. Ne guarisce.” Speriamo che sia vero.

20 Febbraio 2009