giovedì 2 luglio 2009

Finestre aperte e chiuse

Fonte:

Oliviero Beha

2 luglio 2009-
Si aprono e si chiudono finestre, entra aria pulita, si rimane con l'aria sempre più viziata. Ieri sono stato in Bank-Italia, a Roma, Via Nazionale, per la presentazione del libro "Qualunque cosa succeda" dell'avvocato Umberto Ambrosoli, bambino quando un sicario di Sindona uccise suo padre, trent'anni fa, all'ombra diAndreotti. Poi fu ucciso anche Sindona, con il cianuro nel caffé mentre però era in carcere in Italia. Sempre all'ombra di Andreotti (la morte, non l'estradizione dagli Usa e il carcere...).

La sentenza del 1999 di Palermo, quella che per moltissimi media non esiste, quella sulla "prescrizione di Andreotti " in combutta mafiosa fino al 1980", parla "anche" di tutto ciò. Poetica, tremenda, politicissima apertura di finestra sulla memoria, questa presentazione. Siamo figli di quell'epoca, come Umberto è figlio di Giorgio, liquidatore del crack Sindona per conto di
BanK-Italia, ma liquidatore onesto ed efficiente, non quel liquidatore poco più che pro-forma che tutti o quasi avrebbero preferito.

Una finestra da cui entra l'aria pulita di chi "normalmente" non si arrende, allora come oggi. Nel frattempo, in contemporanea con le parole di
Augias che lo ha ricordato con una splendida ricostruzione dei fatti e uno stordente lapsus (ha scambiato "eroismo" per "egoismo"...) subito corretto, a qualche centinaio di metri, in Campidoglio, in Consiglio Comunale, una finestra si chiudeva, lasciando dentro l'aria sempre più viziata. Parlo della "sanatoria" di Alemanno sui Mondiali di nuoto e le relative porcherie evidenziate dai sequestri della Procura in molti cantieri.

L'hanno chiamata "intesa" e i partiti hanno messo un bel coperchio sul pentolone, così come aveva fatto
Berlusconi in Consiglio dei Ministri tre giorni fa: deroga alla deroga alla deroga, la deroga al quadrato, al cubo, e Bertolaso che consente tutto legibus soluti "per il bene comune". Ma un bene inteso come bene di coloro (dei privati in stretto contatto con le forze politiche di ogni colore, cfr. Veltroni prima e il suo successore poi) che stanno facendo impianti e costruendo foresterie, possibili condomini o futuri alberghi con i soldi agevolati del Credito Sportivo che paghiamo noi come contribuenti.

Si sana, si condona, si alza ancora l'asticella della legalità ormai praticamente insuperabile...E tutto sotto gli occhi di tutti. Ma già, anche Ambrosoli è stato ucciso alla moviola davanti o dietro gli occhi di tutti, un omicidio lungo quattro anni, dalle prime mosse del liquidatore nel '75 alla sua tragica "liquidazione" per mano del sicario
Aricò del luglio '79. Trent'anni, per aprire finestre sul passato e chiuderle sul futuro.

mercoledì 1 luglio 2009

Ora et labora meglio se gratis

Fonte:

Marco Cedolin
La crisi economica continua a manifestarsi come una fucina di opportunità per tutti coloro che intendono usarla a mo di grimaldello, utile a scardinare quel che resta dei diritti dei lavoratori, contribuendo ad inasprire oltre ogni immaginazione le condizioni di quel Far West privo di regole meglio conosciuto come mondo del lavoro.

In Gran Bretagna Willie Walsh, ad della British Airways, compagnia di trasporto aereo pesantemente in crisi, ha domandato ai suoi 30.000 dipendenti la disponibilità a
lavorare gratis per un mese, iniziando col dare l’esempio attraverso la rinuncia al proprio stipendio di luglio che avrebbe dovuto ammontare a 61.000 sterline.
La
risposta dei lavoratori, definita “fantastica” dallo stesso Walsh, è probabilmente andata molto al di là di quanto non sperassero i dirigenti della compagnia e sembra aprire nuovi orizzonti sulla strada del risanamento aziendale conseguito gravando sulle spalle della forza lavoro.

Ben 800 dipendenti della British Airways si sono infatti dichiarati disposti a lavorare gratis per un mese, mentre altri 4000 faranno le ferie senza essere retribuiti e ulteriori 1400 trasformeranno il proprio contratto a tempo pieno in part time.
In virtù di questi tagli retributivi “volontari” la compagnia dovrebbe risparmiare quasi 12 milioni di euro, con grande soddisfazione di Walsh e con tutta probabilità anche di molti suoi colleghi che non mancheranno di seguirne le orme.

Lo spettro del licenziamento in conseguenza della grave
congiuntura economica sembra sempre più prefigurarsi come l’uovo di Colombo attraverso il quale smantellare decenni di conquiste sociali, bypassando le normative vigenti con la complicità degli stessi lavoratori, disposti ad immolare parti sempre più cospicue dei propri diritti nella speranza di riuscire a conservare l’ambito posto di lavoro.
Dipendenti che lavorano gratis per una parte dell’anno, rinunciano al diritto alle ferie remunerate, magari anche alla tredicesima oppure al pagamento degli straordinari, ecco un futuro in grado di relegare nel novero delle quisquilie perfino provvedimenti delittuosi quali la direttiva Bolkenstein e la
riforma Biagi, il tutto senza il rischio di disordini sociali, ma anzi con il beneplacito degli stessi lavoratori. Un futuro in grado di donare il sorriso agli ad di multinazionali e corporation, per i quali la crisi economica potrebbe rivelarsi la migliore delle opportunità per livellare al ribasso il costo del lavoro in Occidente.
Resta solo da domandarsi in quale maniera i lavoratori riusciranno a mettere insieme il pranzo e la cena durante i periodi in cui lavoreranno gratuitamente, un dilemma non da poco per chi durante gli altri mesi dell’anno non percepisce 61000 sterline come il geniale Willie Walsh.

Pd, Partito decrepiti

Fonte:

di Marco Travaglio

Debora Serracchiani non si candida a leader del Pd. Ha capito che l’avrebbero massacrata, come accade a chiunque non sia un boss di apparato, non stia in Parlamento da almeno trent’anni e piaccia almeno un pochino agli elettori (guardate come hanno ridotto Sergio Cofferati). Ma, siccome ha deciso di non sparire dalla circolazione e ha osato financo rilasciare un’intervista a Curzio Maltese su Repubblica contro D’Alema e il suo prestanome Bersani, la massacrano lo stesso. Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il fratello di Montalbano, la prende in giro per aver detto che Franceschini “è il più simpatico”: “Se questo è il criterio, peccato che siano morti Totò e Tina Pica. Erano molto simpatici e sarebbero stati un ticket straordinario”.

Si fa vivo persino Marco Follini, già segretario dei giovani Dc dal 1977 all’80; membro della Direzione nazionale Dc dal 1980 all’86; consigliere di amministrazione della Rai dal 1986 al ‘93; membro della Direzione nazionale del Ccd dal ‘94; segretario dell’Udc dal 2001 al 2005; vicepremier del governo Berlusconi-2 nel 2004; dopo aver votato tutte le leggi vergogna di Berlusconi, nel 2007 è passato al centrosinistra ed è deputato da quattro legislature.

Bene, questo campione del nuovo che avanza, anzi del vecchio che è avanzato, fa lo spiritoso: “Ho letto una densa e pensosa intervista di Deborah Serracchiani che annuncia che voterà Franceschini ‘perché’ è più simpatico. Ora finalmente so a cosa serve il rinnovamento: a sbaragliare gli antipatici”. Anche un altro giovine virgulto come Barbara Pollastrini, che nel ‘68 era maoista con Servire il Popolo, poi 40 anni fa entrò nel Pci, poi fu consigliere comunale a Milano, poi deputata dal 1992 (siamo alla sesta legislatura) e due volte ministro, ce l’ha con la Serracchiani: “Potrei rispondere che preferisco Bersani perché sa cantare…’. Ma per favore, non scherziamo! Cerchiamo di rispettarci di più e di saperci ascoltare”. Poteva mancare l’illuminato parere del pregiudicato Enzo Carra? No che non poteva, e infatti ecco l’ex portavoce di Forlani, deputato da tre legislature e condannato in Cassazione per false dichiarazioni al pool Mani Pulite sulla maxitangente Enimont: “La ‘promessa’ Debora Serracchiani ha rivelato di stare dalla parte di Franceschini ‘perché è il più simpatico’. Un buon motivo, non c’è dubbio.

Ma basta per la leadership di un grande partito? Nel mondo di Debora il leader è biondo, bello, di gentile aspetto. E la colonna sonora è dell’orchestra Casadei: ‘Tu sei la mia simpatia’…”. Roberto Giachetti, ex radicale, poi margherito, ora pidino, celebre per aver invitato Giuliano Ferrara come libero docente alla scuola quadri del Pd, in Parlamento da tre legislature, esprime solidarietà al povero D’Alema, minacciato dalla terribile Debora: “Sento la necessità di esprimere pubblicamente, attraverso il blog, tutta la mia stima nei confronti di Massimo D’Alema anche in ragione del contributo sincero che ha dato alla costruzione del Pd”.

Naturalmente la Serracchiani non ha detto di aver scelto Franceschini solo per la simpatia, ma soprattutto perché lo ritiene il più “bravo, innovativo, coraggioso” fra i candidati su piazza (che sono due), mentre “dall’altra parte c’è D’Alema” e “l’apparato”. Poi ha parlato di “laicità, questione morale, conflitto d’interessi, riforma del Welfare” e soprattutto di “difendere le primarie da chi vorrebbe abolirle”, per “aprire il partito al rinnovamento” e “chiamare gente nuova”. E’ comprensibile che le muffe di cui sopra, al solo sentire parole come “primarie”, “questione morale”, “rinnovamento” e “gente nuova”, mettano mano alla fondina. Presto per dire se Debora abbia scelto l’amico giusto, Franceschini. Ma una cosa è certa: i nemici se li sa scegliere benissimo.

martedì 30 giugno 2009

Quella moltitudine inarrestabile descritta da Pawl Hawken

Fonte:

di Dario Tamburrano, Circolo MDF di Roma

In Occidente abbiamo questa presunzione straordinaria,
che mentre noi abbiamo lavorato duramente
alla creazione di meraviglie e innovazioni tecnologiche,
le altre culture del mondo siano rimaste intellettualmente ferme.

Niente potrebbe essere più lontano dalla verità.

Né tale differenza è dovuta ad alcun tipo di superiorità degli occidentali in materia.

Ora sappiamo che dal punto di vista biologico
è vero ciò che noi abbiamo sempre sognato essere vero
dal punto di vista filosofico,
ovvero che siamo tutti fratelli e sorelle.

Per definizione, possediamo tutti lo stesso patrimonio genetico.

Ciò significa che ogni singola società e cultura umana,
per definizione, condividono la stessa acutezza mentale,
la stessa capacità intellettuale.

E che il genio grezzo venga messo al servizio della stregoneria tecnologica
o a districare il complesso intreccio della memoria relativa a un mito,
si tratta semplicemente di scelte e orientamenti culturali.

Wade Davis, The Ethnosphere and the Academy

ATTIVISMO E PARADOSSI DELL’ERA CONTEMPORANEA

Diritti umani e giustizia sociale, decrescita e sostenibilità ambientale, sarà capitato a tutti noi, almeno una volta, di chiedersi se l’impegno che mettiamo nel diffondere e difendere questi principi possa ottenere risultati tangibili e duraturi.

Confrontandosi con i nostri stessi più cari amici e familiari, quanti di loro si mostrano del tutto refrattari ad un qualsiasi cambio di atteggiamento non conforme ai disvalori standardizzati e globalizzati dell’apparire, del consumo e della crescita materiale ad ogni costo?

Quante volte, ci siamo sentiti una goccia solitaria ed alla deriva in un mare troppo grande? Quante volte, confusi e disorientati, senza certezze, in questo magma contemporaneo di eventi ed informazioni contrastanti e parcellizzate che quotidianamente irrompono nelle nostre coscienze?

La storia della specie ha subito negli ultimi secoli una accelerazione logaritmica. Oggi una sola generazione è stata testimone di un esplosione demografica e produttiva senza precedenti. L’applicazione delle tecnologie ha creato oggetti e servizi che hanno rivoluzionato in brevissimo tempo gli usi ed i costumi dei singoli e delle masse. Abbiamo assistito alla globalizzazione delle idee e delle merci, all’avvento della mobilità individuale su scala planetaria, alla fine della guerra fredda ed al crollo di tutte le ideologie politiche che fino a pochi anni fa dominavano il mondo.

Se tutto ciò ha portato grandi speranze, i neofondamentalismi economici e religiosi, la crisi degli ecosistemi, il progressivo impoverimento delle risorse naturali, l’instabilità climatica, lo sfruttamento neocoloniale di buona parte del pianeta, il genocidio, non solo culturale, delle diversità, ci hanno instillato d’altra parte enormi preoccupazioni ed interrogativi.

L’uomo contemporaneo occidentalizzato, che grazie alla disponibilità di grandi mezzi, sarebbe dovuto crescere in senso critico, in tempo libero ed in libertà e diritti, è invece diffusamente anestetizzato, inconsapevole ed impotente. Imbrigliato in questo incredibile paradosso della modernità.

All’interno di questo quadro si inserisce a sorpresa l’interpretazione olistica e positiva dello stato attuale dell’umanità che Pawl Hawken ci fornisce nel suo ultimo saggio “Moltitudine Inarrestabile”.

IL PANORAMA GLOBALE DEI MOVIMENTI LOCALI E SOVRANAZIONALI

Hawken esordisce delineando un ampio panorama delle organizzazioni e delle comunità che attualmente operano nel pianeta per la difesa dei diritti umani e civili e per la sostenibilità ambientale. Emerge da questa sorta di censimento che questo numero è impressionante in ogni luogo e senza differenza di razza e cultura. Queste associazioni di individui costituisco nel loro complesso un movimento spontaneo ed auto-organizzato, senza un centro ed un’ideologia portante che sfugge alla categorizzazione classica al punto tale che i media non sono in grado di recepirne la portata ubiquitaria e di coglierne l’aspetto innovativo.

LA FUSIONE DELLE CULTURE INDIGENE CON L’AMBIENTALISMO E LA GIUSTIZA SOCIALE

Secondo Hawken, in questo che egli definisce il “movimento senza nome”, stanno confluendo in un’unica visione sia gli insegnamenti e i valori delle culture indigene di ogni continente, sia le tematiche proprie dei movimenti ambientalisti, per la giustizia sociale ed i diritti umani. Per la prima volta nella storia dell’uomo si assiste ad una moltitudine di individui che a volte inconsapevolmente, pur nella loro diversità, operano nella stessa direzione.

IL SISTEMA IMMUNITARIO DEL PIANETA

Similmente ad un sistema immunitario che è formato da più parti che collaborano tra di loro per reagire agli attacchi infettivi, questo movimento è, per Hawken, paragonabile ad una risposta immune della specie umana nel suo complesso, come reazione di autodifesa alle politiche economiche di sfruttamento dei popoli e di distruzione degli ecosistemi che minano la sopravvivenza dell’umanità stessa.

SALTO QUANTICO FILOGENETICO

Questo movimento dei movimenti può pertanto essere considerato come un nuovo organismo, un salto quantico filogenetico e culturale, in risposta alle nuove pressioni ambientali e storiche, cui la nostra specie è attualmente soggetta. Sappiamo che miliardi di anni fa, da un brodo primordiale di atomi e molecole, sono miracolosamente ed improvvisamente nate le prime cellule capaci di autoreplicarsi, le quali si sono differenziate ed unite collaborativamente prima in organismi pluricellulari e poi in esseri superiori dotati di tessuti ed organi comunicanti per mezzo del sistema nervoso.

INTERNET COME SISTEMA NERVOSO, DATI CULTURALI COME GENI

Ecco che, oggi, ha preso forma corpo unico formato da una moltitudine di organizzazioni ed individui, che interagiscono tra di loro, grazie all’avvento dei nuovi media sociali figli di internet; l’esistenza di una rete di comunicazione così ramificata e veloce, rappresenta il sistema nervoso di questo organismo simbiontico sovraspecie i cui geni non sono più le molecole di DNA, ma le informazioni multiculturali presenti e latenti che nella rete sono memorizzate, attivate e trasmesse in un’inarrestabile fecondazione incrociata dalle conseguenze inesplorate ed imprevedibili.

DIVERSITA’, SIMBIOSI E RESILIENZA

Questo fenomeno di tipo organico è in grado di mutare e di riorganizzarsi velocemente come un virus, in virtù proprio dell’assenza di un ideologia statica e di un controllo centrale, e fa, della molteplicità di culture e conoscenze integrate, il suo punto di forza, analogamente ad un sistema naturale che aumenta la sua resilienza parallelamente al crescere della sua biodiversità.

IL MOVIMENTO COME NUOVA FORMA DI VITA INTELLIGENTE, INVISIBILE E SOVRA SPECIE

Un movimento, quindi, particolarmente intelligente per la sua adattabilità che ha tutto l’aspetto di una forma di vita nuova e non catalogabile, e quindi invisibile, potenzialmente in grado, pertanto, di affrontare e superare le enormi sfide che ci attendono. E’ un evento di portata epocale nella storia dell’uomo che fornisce un significato assai profondo al nostro impegno individuale e collettivo. Senza saperlo, ne facciamo già parte e ci ha già contagiato vivendo dentro di noi. Chi è in grado di vedere anche in Italia il superamento degli schieramenti ideologici ed immobilizzanti del secolo scorso, sta già costruendo in maniera consapevole, il futuro sostenibile, sociale e politico del nostro paese.

Napolitano, le notizie, il mare blu

Fonte:





Vignetta di BandanasTutti gli anni il presidente Giorgio Napolitanocompie gli anni. E quando lo fa, va a Capri. E quando è a Capri, passeggia. E quando passeggia esterna. Stavolta ha detto che per il bene dell’Italia bisognerebbe dare un taglio alle polemiche almeno fino alla fine del G8. Dice: “Capisco le ragioni della politica e dell’informazione, ma il mio auspicio in questo momento è di una tregua”. La Destra ha festeggiato la parola tregua e ha tradotto il “basta polemiche” con il “basta notizie, anzi gossip”. Trasformando l’innocua passeggiata di Napolitano in un auspicio al silenzio. Anzi in un viatico. Il che non ha migliorato l’umor nero (e l’eloquio) di Silvio Berlusconi che ne ha approfittato per moltiplicare le polemiche - i democratici sono morti, i complotti sconfitti, le pupe un’invenzione - ignorare le notizie, non rispondere alle domande, irridere i fatti, specchiarsi nel proprio trionfo farmacologico: “Il mio governo è il più stabile e il più forte dell’Occidente”.

Ma naturalmente né lui, né la destra hanno capito l’auspicio del Presidente. Il quale, compiendo 84 anni, e tenendosi ben saldo ai valori costituzionali che in una democrazia occidentale presidiano il sommo bene dell’informazione, ce l’aveva proprio con le polemiche e gli insulti tipo “grumi eversivi”, “odiatori”, “invidiosi”, “comunisti”, “mentitori”, “giudici a orologeria”. E che usando la parola “polemiche”, temperata dal panama bianco, dalla camicia slacciata, dal sole caprese, non intendeva “fatti”, notizie”, “indiscrezioni”, “testimonianze”, “rivelazioni” “dichiarazioni”, eccetera. Conoscendo bene la differenza tra le chiacchiere fatte di vento (e di politica) e le notizie.

Le quali continueranno a fluire liberamente e persino in modo speciale, proprio nei prossimi giorni, visto che sul palcoscenico del G8 attraccheranno non meno di 2 mila giornalisti stranieri accreditati. Nessuno dei quali si sognerebbe mai di ignorare la cronaca, fiorita in queste settimane su infiniti spunti, e tutti assai adatti ai tempi: l’inchiostro di Veronica Lario, i sorrisi di Noemi, il silenzio di Elio Letizia, le confessioni di Patrizia D’Addario, la paura di Barbara Montereale, gli attributi non intellettuali di Topolanek, il mistero delle 5 mila foto, l’attesa per un certo numero di registrazioni video e audio, i riscontri dell’inchiesta a Bari su malasanità, cocaina, prostituzione, la sentenza per la corruzione di Mills, lo sbriciolamento di Giampaolo Tarantini, la cena del premier a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella che dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità del Lodo Alfano, l’inchiesta a Milano sui diritti tv. Notizie. Neanche mezza polemica, proprio come auspica il nostro presidente Napolitano dal mare blu di Capri, auguri.