mercoledì 10 giugno 2009

Possiamo sopravvivere! Mister B. non ha il 70% dei consensi. PIU' DEL 41% RIFIUTA I PARTITI!

Fonte:

LE LISTE CIVICHE DI BEPPE GRILLO INTORNO AL 3%! GRANDE RISULTATO DI CUI NON PARLA NESSUNO.

Da oggi gli amministratori furbetti avranno qualcuno che li contrasta veramente.

Grande successo dell'Italia dei Valori, De Magistris è dopo Berlusconi il più votato. Ma Silvio non arriva ai 3 milioni di voti che sperava (ne incassa comunque 2 milioni e 7, ma non è di buon umore, i suoi sondaggi lo davano sopra il 43%. Il PDL sta al 35,26%.
Ma dov'è finito il 70% degli italiani che secondo Berlusca sostiene il governo?

La grande esultanza per i risultati della lega è malainformazione: aveva 3.024.000 voti alle politiche del 2008, ne ha oggi 3.126.000, un aumento irrisorio.
Aumenta il dato percentuale (dall'8,3 al 10,2) perché sono diminuiti i votanti!!!

RIFONDAZIONE, SINISTRA E LIBERTA' E RADICALI insieme fanno quasi 9%.

VOTI BUTTATI AL CESSO GRAZIE AI RISSOSI. Ma i politici sono soddisfatti, comunque prenderanno un mucchio di soldi di finanziamento pubblico dei partiti. Il che vuol dire che gli apparati sono salvi. Ed è meglio gestire il gruzzoletto da soli che unirsi e perdere il controllo della cassa.
NOTA BENE: nelle elezioni locali sono riusciti a mettersi daccordo perfino con PD e IDV... Lì se non conquisti un seggio nei consigli comunali sei fuori dal potere... E allora l'accordo lo fai per forza... Altro che dividersi su questioni di principio. Ci si divide sui bassi interessi e sugli istinti bestiali. Che tristezza...

34,95% astenuti
6,38% schede bianche o nulle
Questo è un dato che ho faticato a trovare.
Indovina perchè?

Il Pd prende una mazzata. 26,16%. Vacilla.
Ma il candidato più votato del Friuli è Debora Serracchiani, la donna che aveva strigliato la dirigenza del Pd, il video del suo discorso ha fatto furore sul web (
http://www.jacopofo.com/debora_serracchiani_pd_franceschini_nuovo_leader). E' un segno che la base del PD anela un nuovo stile di far politica.
E' cosa buona.

Possiamo dire che quasi il 45% degli italiani NON E' RAPPRESENTATO al parlamento europeo (non votanti 19.688000 + sinistra che non ha passato il 4%= 22.427.000).
34.863.000 italiani non si riconoscono in Berlusconi (non votanti, sinistra, PD, IDV, UDC).
Il quale oggi è netta minoranza nel paese.
Non ha il 70% dei consensi, ha il 70% dei dissensi!

Quel che manca è un'alternativa credibile. Una classe politica diversa.
La domanda è la Serracchiani e De Magistris, qualcuno di sensato tra i Verdi, RC E RADICALI, possono trovare 4 cose semplici sulle quali mettersi daccordo?
E' POSSIBILE IMMAGINARE UN'OPPOSIZIONE PRAGMATICA E ETICA CHE ABBIA CUORE GLI INTERESSI DELLA GENTE?

Oppure veramente Franceschini riuscirà a portare il PD a fare lingua in bocca con CUFFARO e l'UDC degli inquisiti?

Le amministrative per i comuni virtuosi

Fonte:


Per i comuni virtuosi questa tornata amministrativa è stata un successo quasi ovunque: Monsano (AN), Colorno (PR) e Vezzano Ligure (SP), tre dei quattro comuni fondatori della rete, hanno visto confermata la squadra di governo uscente.

Capannori (LU) va al ballottaggio con un buon margine di vantaggio sugli avversari, vincono Ponte nelle Alpi (BL), Correggio (RE), Novellara (RE), Monte San Pietro (BO), Monte San Vito (AN), Maiolati Spontini (AN), Fratte Rosa (PU), Cesano Boscone (MI), Mezzago (MI).

La giunta in carica perde invece a Bosaro (RO), Castiglione Olona (VA) e, con grandissimo rammarico personale, Olivadi (CZ).

Non si votava invece a Villa Verde (OR), Casigliano (CE), Cassinetta di Lugagnano (MI), Settimo Rottaro (TO), Avigliana (TO), San Vito sullo Ionio (CZ), Leveranno (LE), Bisognano (CS), e il comune fondatore Melpignano (LE), alle urne nel 2010.

Dunque sono stati premiati concretezza, buon senso e attenzione per il territorio e le comunità. Un buon segno davvero che dà ancora più forza e credibilità all’enorme lavoro svolto in questi primi quattro anni di attività della rete.

Un grande in bocca al lupo a tutti gli amministratori di nuovo in corsa per 5 anni di sperimentazioni, progettualità e politiche partecipate: il buon senso conviene, e crea consenso!

Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione Comuni Virtuosi - www.marcoboschini.it

Suicidi a sinistra

Fonte:

10 giugno 2009, in PINO CORRIAS



Questi rancorosi dissipatori di voti della sinistra italiana puntavano (proprio come il Cavaliere) nell’implosione del partito democratico di Dario Franceschini per incassare qualche vantaggio elettorale. Paolo Ferrero (Rifondazione) Nichi Vendola (Sinistra e Libertà), Grazia Francescato (Verdi) sono riusciti nella notevole impresa di buttare dalla finestra 2 milioni di voti (più o meno il 6 per cento) e perdere per la seconda volta il quorum.

La sinistra radicale era unita. Si è divisa per ragioni che nessun elettore di media cultura politica sarebbe in grado di riassumere. Forse solo uno psichiatra, e con un milione di parole a disposizione, saprebbe spiegarci quali sono le differenze tra i sogni politici di Vendola e gli incubi di Ferrero. Che insieme sono riusciti a cancellare i Verdi. Impresa titanica in una Europa dove il voto verde cresce ovunque. E in una Italia devastata dalle massime incurie ambientali. Dove prosperano i denari e i disastri delle ecomafie. Dove le coste vengono distrutte, le periferie abbandonate, le campagne inquinate. Dove Napoli e Palermo, sconciate dai rifiuti, diventano casi planetari di disastro. E dove il governo progetta centrali nucleari (di vecchia fabbricazione francese) mentre tutto il mondo, a cominciare dagli Usa di Obama, si orienta verso le energie rinnovabili.

Purtroppo questa sinistra autoreferenziale e rissosa incasserà i rimborsi elettorali, ai quali si accede quando si supera il 2 per cento: soldi per le sedi, per gli stipendi dei funzionari, per i piccoli privilegi dei molti leader, che sopravvivranno generando altri danni futuri.

Parlamento Pulito in Commissione al Senato

Fonte:


martedì 9 giugno 2009

Virus inoculato

Fonte:

Europa, istruzioni per l’uso (interno)

Fonte:




Non è vero che la campagna elettorale sia stata brutta, o inutile. S’è parlato poco di Europa. Ma in compenso s’è parlato molto di Berlusconi e della sua indegnità a rappresentare l’Italia. Si è toccato con mano ancora una volta il suo disprezzo per le regole. Si è constatata la geometrica potenza del suo conflitto d’interessi, che gli ha consentito di scorrazzare per tutte le tv, senza una domanda, come se fossero casa sua (e in effetti, come gli ha ricordato la direttora di Rai Parlamento, Giuliana Del Bufalo, lo sono). Ora che il plotone di europarlamentari appena eletti sta per partire alla volta di Bruxelles e Strasburgo, ci permettiamo un auspicio per quelli dei partiti di opposizione: andate al Parlamento europeo e occupatevi soprattutto di lui, di Silvio Berlusconi. Denunciate le vergogne che quotidianamente perpetra in Italia, tenete alta l’attenzione delle istituzioni comunitarie sull’incredibile “caso Italia”, sollecitatele a prendere posizione e a occuparsi di noi senza tregua. Chiedete l’apertura di procedure di infrazione per lo scandalo del monopolio televisivo berlusconiano, che viola tutte le regole europee sulla libera concorrenza (vedi sentenza della Corte di Lussemburgo sullo scandalo Rete4-Europa7).

Chi vi ha eletti l’ha fatto per questo, non per altro. Il clima internazionale è favorevole: la stampa estera ci tiene gli occhi addosso e ha cominciato a fare al nostro satrapo le domande che la stampa italiana, salvo rarissime eccezioni, non può o non vuole fare.L’indulgenza diplomatica che ha circondato il sultano italiota in questi anni s’è improvvisamente interrotta, col venir meno delle sue tradizionali sponde. La coppia Bush-Blair è un lontano ricordo. L’avvento di Obama ha fatto la differenza: il nostro è l’unico premier occidentale che non è stato ancora ricevuto dal nuovo presidente Usa, il famoso “abbronzato” (anche dell’invito alla Casa Bianca per metà giugno, millantato in campagna elettorale, non s’è più saputo nulla).

Al ducetto restano l’amico Putin e l’amico Gheddafi (che tra breve pianterà la sua tenda in un parco di Roma): due sinceri democratici. L’isolamento internazionale del pover’ometto non è mai stato così ampio e l’atteggiamento delle tv e dei giornali di tutto il mondo libero, da quelli di sinistra a quelli di destra, ne è un riflesso. Non è il “complotto” mondiale di cui vaneggia lui, ma è certo il sintomo di una crescente insofferenza per un personaggio imbarazzante agli occhi degli altri leader (e non solo per il ceco Topolanek, fotografato nudo a casa Berlusconi in circostanze ancora tutte da chiarire). Sarebbe ben triste se la stampa e le diplomazie internazionali scavalcassero in intransigenza le opposizioni italiane, se l’antiberlusconismo sfoderato dal Pd in campagna elettorale si tramutasse, chiuse le urne, nell’eterno ritorno al dialogo, cioè all’inciucio. Gli elettori, quelli rimasti, non lo dimenticherebbero.

Sonia Alfano eletta al Parlamento Europeo ringrazia la Rete

Fonte:

lunedì 8 giugno 2009

SOS per l'acqua italiana

Fonte:

Mentre Federutility presenta il Blue Book che fotografa la caotica situazione del nostro Paese, tanti movimenti denunciano il pericolo della privatizzazione di un bene vitale. In Italia e nel resto del mondo l’acqua sta diventando un bene sempre più conteso, ma anche sprecato e rubato. Dove arriveremo?


di 
Miriam Giudici

acqua
In Italia e nel resto del mondo l'acqua è un bene conteso, sprecato e rubato
Un'Italia dove l'acqua troppo spesso scarseggia e mancano depuratori e fogne. Un'Italia dove l'acqua si spreca, a causa di una rete di distribuzione vecchia e inefficiente. Un'Italia dove però l'acqua costa poco, e rappresenta una voce poco rilevante fra le spese domestiche. E ancora, un'Italia dove un servizio idrico a corto di fondi fa sempre più spazio al capitale privato, suscitando l'allarme di tanti movimenti e associazioni.

È questo il quadro preoccupante che è emerso dopo la conferenza europea H2Obiettivo 2000, dove Federutility – che riunisce le imprese energetiche e idriche del nostro Paese – ha presentato il Blue Book 2009, radiografia dei servizi idrici italiani, e in più ha avanzato diverse proposte in direzione di una crescente privatizzazione del settore.

Vediamo nel dettaglio alcuni dati a cui abbiamo accennato.

Acqua scarsa e contaminata: ancora il 4% degli italiani non dispone di acqua corrente in casa; il 15% non è collegato a una fogna e il 30% non beneficia di un servizio di depurazione. Il nostro Paese vede contestati dall'Unione Europea circa 300 casi di irregolarità. Disservizi e ritardi che sono un macigno sulla via per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla UE, che impongono il disinquinamento totale del ciclo dell'acqua entro il 2020.

Acqua sprecata e rubata: gli acquedotti italiani perdono “per strada” 2,61 miliardi di metri cubi d'acqua all'anno. Vale a dire il 30% del totale: acqua che sparisce sia per colpa di chi si collega alla rete abusivamente, sia per le falle di un sistema di distribuzione troppo spesso antiquato. Acqua e soldi buttati.

Acqua che però in Italia è low cost: per la quota standard di 200mila litri d'acqua all'anno, una famiglia media spende cifre che vanno dai 103 euro a Milano, ai 440 euro ad Agrigento, la città più cara. Cifre che comunque non si avvicinano nemmeno, per esempio, ai 968 euro l'anno che spende un berlinese.

Quale la terapia per un sistema così sofferente? Dove recuperare i miliardi di euro necessari per costruire fogne, depuratori e una rete efficiente?

Anche se gli italiani pagano poco per la loro acqua, in molti si chiedono se, soprattutto in questo periodo di crisi, aumentare le tariffe sia un'ipotesi realistica. Federutility, da parte sua, ha lanciato la proposta degli “hydro bond”, obbligazioni con tempi lunghi di ritorno del capitale, affiancati da programmi d'investimento sia pubblici che privati.

Ed è proprio quest'ultimo punto che suscita le preoccupazioni di diverse associazioni, prima fra tutte il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, chedenuncia come logiche di profitto orientino sempre più le strategie di chi gestisce quello che dovrebbe essere un bene comune e un diritto inalienabile di tutti i cittadini.

In Italia (ma sempre più anche nel resto del mondo) l'acqua è dunque un bene conteso, al centro di tante e diverse mire, ma anche un bene sprecato e rubato, di cui spesso il cittadino (che lo dà per scontato) non riesce a percepire l'importanza vitale.

Fino a quando i rubinetti non smetteranno di erogare gocce preziose.

Un secco NO all'Europa di burocrati e banchieri

Fonte:


Marco Cedolin
Solamente il 43% dei cittadini europei si è recato alle urne per eleggere i parlamentari che prenderanno la via di Bruxelles per trascorrervi 5 anni di vacanza lautamente remunerata a spese dei contribuenti. Si tratta del gradino più basso sul percorso di un’Europa che dalle prime elezioni del 1979, quando a votare furono il 62% degli aventi diritto, ha continuato a percorrere una drammatica parabola discendente lunga 30 anni, perdendo progressivamente la considerazione ed il consenso dei propri cittadini.
Se il 57% degli europei ha ritenuto giusto bocciare l’Europa del 
trattato di Lisbona
e della Bolkenstein, del succo di arancia senza arance e delle quote latte, dominata dalla BCE e dalla burocrazia, semplicemente disertando le urne, anche fra coloro che si sono recati a votare non è mancato lo scetticismo. Una parte cospicua dei 736 parlamentari che si recheranno a Bruxelles appartiene infatti a formazioni politiche euroscettiche, o comunque fortemente critiche nei confronti del percorso fino ad oggi intrapreso dalla UE. Formazioni politiche che in molti paesi hanno incrementato il proprio peso ottenendo successi anche considerevoli.
Da segnalare anche gli ottimi risultati ottenuti in alcuni paesi (Francia e Danimarca su tutti) dai partiti ambientalisti, inspiegabilmente scomparsi in Italia e l’exploit in Svezia del “partito dei Pirati” che aspira ad ottenere il libero scambio di file in rete ed ha ottenuto il 7,1% dei consensi conquistando un seggio a Bruxelles.

Giornalisti, mestieranti della politica e affabulatori di mestiere, costretti per una notte a disertare le feste private ed i localini per vip, continuano ad effondersi in dotte elucubrazioni concernenti la vittoria in Europa dei partiti di centrodestra a spese di quelli del centrosinistra. Il tutto rendendoci edotti del fatto che nel nuovo parlamento con tutta probabilità il gruppo dei popolari conquisterà 270 seggi, mentre i socialisti scenderanno a 170. Neppure un cenno riguardo al fatto che le scelte e le politiche portate avanti fino ad oggi da entrambi i principali gruppi del parlamento europeo si sono dimostrate totalmente fallimentari, fino al punto di renderli espressione di un’Europa che non c’è più se non sulla carta. Neppure un tentativo di portare qualche riflessione in merito al fatto che almeno 6 cittadini su 10 hanno ormai sonoramente bocciato questo
 modello di UE ed aspirano a un’Europa profondamente differente che sappia essere espressione dei popoli che la compongono, tutelandone i diritti anziché annientarli. Solamente un marasma di frasi fatte, conglomerati senza costrutto di parole stantie e castelli di carta costruiti giocando sulla duttilità dei numeri, nel tentativo di veicolare il messaggio che anche se chi governerà risulta espressione della minoranza dei cittadini, in fondo va bene così e non occorre affatto porsi delle domande.

In Italia (che resta il paese dove si è votato di più anche se la percentuale dei votanti è scesa del 7%) la 
campagna elettorale incentrata esclusivamente sul gossip intorno alla persona di Berlusconi, non ha portato fortuna al Cavaliere ma neppure a Franceschini. Il PDL si è fermato infatti al 35% senza ottenere il plebiscito auspicato dal premier, ed il PD ha superato di poco il 26% (alcuni punti sotto al risultato di un anno fa) mettendo a rischio il futuro di un progetto politico che appare ogni giorno di più senza prospettive. La Lega di Bossi ha raddoppiato i voti ottenuti alle scorse europee, arrivando a superare il 10%, essendo riuscita ad intercettare il malessere diffuso conseguente al problema immigrazione, che negli altri paesi ha portato consensi ai partiti di estrema destra. Voti raddoppiati anche per l’IDV di Antonio Di Pietro, arrivato a sfiorare l’8%, grazie al fatto di essersi manifestato quale unico partito che in parlamento abbia espresso una qualche opposizione, all’appoggio di Beppe Grillo e alla scelta di alcuni candidati estremamente popolari, De Magistris su tutti.
Ennesima debacle invece per i due partiti della sinistra radicale, Rifondazione di Ferrero e SL di Nichi Vendola che hanno condotto un testa a testa sul filo del 3%, risultando alla fine entrambi estromessi dall’Europa. Sicuramente in seno alla sinistra sarà necessaria una lunga serie di riflessioni, ricordando che nel 2004 Rifondazione, Verdi e PDCI riuscirono ad ottenere ben 9 seggi all’europarlamento.

Cornuti, perdenti e contenti

Fonte:


domenica 7 giugno 2009

La cosa Berlusconi

Fonte:

[El País]

Non vedo che altro nome gli potrei dare. Una cosa che assomiglia pericolosamente a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale del paese di Verdi se un conato di vomito profondo non riuscirà a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrompere le loro vene e per squassare il cuore di una delle più ricche culture europee.

I valori fondamentali della convivenza umana sono calpestati tutti i giorni dai piedi appiccicosi della cosa Berlusconi che, tra i suoi molteplici talenti, ha un’abilità funambolica per abusare delle parole, sconvolgendone l’intenzione e il senso, come nel caso del Polo della Libertà, come si chiama il partito con il quale ha preso d’assalto il potere. L’ho chiamato delinquente, questa cosa, e non me ne pento. Per ragioni di natura semantica e sociale che altri potranno spiegare meglio di me, il termine delinquente ha in Italia una valenza negativa molto più forte che in qualsiasi altra lingua parlata in Europa.

Per tradurre in forma chiara ed efficace ciò che penso della cosa Berlusconi utilizzo il termine nell’accezione che la lingua di Dante gli dà abitualmente, sebbene si possa avanzare più di un dubbio che Dante qualche volta lo abbia usato. Delinquere, nel mio portoghese, significa, secondo i dizionari e la pratica corrente della comunicazione, “atto di commettere delitti, disobbedire alle leggi o ai precetti morali”.

La definizione combacia con la cosa Berlusconi senza una piega, senza un tirante, fino al punto da assomigliare più a una seconda pelle che ai vestiti che si mette addosso. Da anni la cosa Berlusconi commette delitti di varia, ma sempre dimostrata, gravità. Per colmo, non è che disobbedisca alle leggi, ma, peggio ancora, le fa fabbricare a salvaguardia dei suoi interessi pubblici e privati, di politico, imprenditore e accompagnatore di minorenni, e in quanto ai precetti morali non vale neppure la pena parlarne, non c’è chi non sappia in Italia e nel mondo intero che la cosa Berlusconi da molto tempo è caduta nella più completa abiezione.

Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano ha eletto due volte per servirgli da modello, questo è il cammino verso la rovina a cui vengono trascinati i valori di libertà e dignità che permearono la musica di Verdi e l’azione politica di Garibaldi, coloro che fecero dell’Italia del secolo XIX, durante la lotta per l’unità, una guida spirituale dell’Europa e degli europei. Questo è ciò che la cosa Berlusconi vuole gettare nel bidone della spazzatura della Storia. Gli italiani, alla fine, lo permetteranno?

[Articolo originale "La cosa Berlusconi" di JOSÉ SARAMAGO]

(Quasi) tutto e' bene quel che finisce bene

Fonte:

6 giugno 2009
Grazie alle amichevoli pressioni del l’Ordine dei Giornalisti nazionale, della Federazione della Stampa e di un bel po’ d’opinione pubblica in Sicilia e fuori, i di rigenti del l’ordine dei giornalisti siciliano hanno fi nalmente concesso il tesserino di giornali sta al giornalista Pino Maniaci di 
Teleja to.



Tutto è bene quel che finisce bene. Adesso, però, si pongono delle questioni. 
Telejato è una tv d’inchiesta e Maniaci è un giornalista antimafioso, più volte mi nacciato. I giornalisti siciliani “ufficiali” invece sono in genere tutt’altro che anti mafiosi, né scrivono per giornali d’inchie sta ma per i fogli - o gli uffici stampa - dei vari politici e imprenditori locali. I quali naturalmente l’inchiesta la vedono come il cane vede il bastone.

E allora? E’ Maniaci che deve paziente mente imparare ad adulare i politici e a chiudere tutt’e due gli occhi sui mafiosi, o sono i giornalisti perbene che debbono di ventare indipendenti e riscoprire (o sco prire da zero) il giornalismo vero?

Perché di qua non si scappa: Maniaci - grazie a quel tesserino – ormai è un gior nalista d’ordine siciliano, un collega per fetto, uno di loro. E mica si può tenere nello stesso cesto frutta e calzini sporchi, non va bene. O tutti in un modo, o tutti nell’altro.

Personalmente, preferiremmo che fosse Maniaci a diventare orbo e muto. Intanto per farlo campare un po’ meglio, coi soldi per pagarsi il telefono e senza rischio di revolverate. E poi perché sarebbe troppo crudele, per i colleghi dell’establishment, obbligarli a fare sul serio questo mestiere. Ci sarebbero ulcere, inappetenze, esauri menti nervosi e crisi coniugali. No, no, non siamo così barbari. Conti nuino pure a lavorare così, come sanno e vogliono. In compenso, però, ci facciano una cortesia: chiudano benignamente un occhio, perlomeno ogni tanto, sulle attivi tà del Maniaci. Quando attacca i notabili, quando accusa i mafiosi, quando fa fatti e nomi. E’ vero, non sarebbero cose che si fanno, fra professionisti tesserati e perbe ne. Ma che ci volete fare, non è colpa sua: è solo la sua malattia, il suo vizio, il giornalismo