sabato 11 aprile 2009

La droga televisiva

Fonte:
“Il principale pericolo dello schermo televisivo non sta tanto in quello che esso fa fare (benché anche lì vi sia un pericolo) quanto in quello che impedisce di fare: i discorsi, i giochi, le festività e le discussioni familiari attraverso le quali avviene gran parte dell'apprendimento del bambino e si forma il suo carattere”. L’autore ci parla del rapporto, troppo stretto, tra bambini e tv.

di 
Valerio Pignatta

bambino alla tv
I piccoli sono esposti per molte ore al giorno allo schermo televisivo. Quali i rischi?
Gli studiosi dei mass media hanno confermato ormai da alcuni decenni che la televisione è un elemento disocializzazione in competizione con i fattori tradizionali della stessa quali la famiglia, la scuola, la chiesa e il gruppo di pari. Addirittura alcuni sociologi propendono per la predominanza di essa su tutti gli altri.

In effetti la tv è oggi la principale narratrice dei fatti della vita e del mondo. I bambini, in particolare, acquisiscono attraverso di essa informazioni e panoramiche sugli eventi più disparati dell'esistenza prima ancora di poterli pienamente comprendere e interpretare. Questa assimilazione passiva, ed eccessivamente precoce, crea anche aspettative precise rispetto agli avvenimenti futuri nonché stereotipi difficilmente poi realizzabili nell'esistenza reale. Questa stessa esposizione al mondo adulto, erotico e violento televisivo porta quindi da una parte a quella che il critico delle comunicazioni statunitense Neil Postman ha definito “la scomparsa dell'infanzia” e in secondo luogo alla formazione di una futura umanità delusa della vita reale e proiettata invece nella vita televisiva, unico luogo inesistente in cui è possibile ritrovare un senso all'esistere.

Questa trasposizione dal mondo materiale a quello elettronico è paragonabile alla estraniazione magica che si può provare sotto gli effetti di uno stupefacente di “buona qualità”. Solitamente in questa situazione un adulto è quasi sempre consapevole di essere in uno stato alterato di coscienza sebbene controlli sempre meno il desiderio di ricorrervi quanto più spesso è possibile. Un bambino invece assomma a quest'ultima dipendenza anche la confusionetra quello che è veramente reale e quello che avviene solo nella mente di sceneggiatori e conduttori televisivi e che nella realtà proprio non esiste.


La tv sottrae ai bambini molto tempo ad altre forme di socializzazione
Se tutto ciò può sembrare esagerato si possono qui riportare alcuni conti che chiunque può fare.

Un bambino in età prescolare (da due a sei anni) che ha passato un quarto della sua giornata (a volte ne passano di più) a guardare la tv avrà passato almeno 5000 ore (o forse molte di più) a guardare immagini di un improbabile mondo virtuale. Per un bambino che non l'avrà fatto queste stesse 5000 ore saranno tutte zeppe di altre attività cognitive. E, come qualsiasi educatore sa, non si può obiettare che questa non sia una differenza sostanziale, qualsiasi siano i programmi televisivi visti.

Ossia: «Il principale pericolo dello schermo televisivo non sta tanto in quello che esso fa fare (benché anche lì vi sia un pericolo) quanto in quello che impedisce di fare: i discorsi, i giochi, le festività e le discussioni familiari attraverso le quali avviene gran parte dell'apprendimento del bambino e si forma il suo carattere» (Winn, Marie, La droga televisiva, Armando, Roma, 1978, p. 123). Alcuni studiosi si spingono a spiegare l'esplosione statunitense della cultura delle droghe degli anni Sessanta con l'indigestione di tv dei ragazzini degli anni Cinquanta. Il distacco dalla realtà che caratterizza lo stato mentale delle due situazioni è infatti simile.

Il fatto che alcuni oppongano a questa visione la motivazione che la tv comunque aiuta i bambini a divenire più svegli e furbi che non un tempo, da un punto di vista pedagogico non regge. Essere smaliziati ed essere maturi non è esattamente la stessa cosa...

mary poppins
La tv è la baby-sitter elettronica di molti bambini
Bisogna poi trasferire l'attenzione dal cosa guardano i bambini al perché e al quanto guardano e al cosa stanno perdendo in conseguenza di questo.

Pretendere che tutte queste ore passate davanti alla baby-sitter elettronica non abbia conseguenze sulla vita sociale dei bimbi è veramente illusorio. Uno studio messo a punto in California già all'inizio degli anni Novanta aveva appurato che il tempo massimo di attenzione consecutiva dei bambini delle scuole elementari era di 7 minuti, ossia esattamente il tempo degli spot pubblicitari televisivi. Elaborare programmi educativi di un certo spessore con questi ritmi è davvero un'impresa eroica.

I bimbi rappresentano la più vasta audience televisiva rispetto alle altri classi di età. Essi sono i futuri adulti della nostra società. Se la percezione della realtà che essi hanno è deformata, la società che costruiranno ne sarà lo specchio. Vanno quindi messi a punto accorgimenti per proteggere i bambini da un'eccessiva esposizione a questo tipo di manipolazione mentale. Se questo può oggi sembrare un'affermazione folle si può ricordare che in tempi in cui il comune buon senso non rientrava ancora tra le specie in via d'estinzione questa visione era un sentire comune e diffuso nella società.

famiglia alla tv
Negli anni Cinquanta, in Italia e Gran Bretagna era stato proposto di inserire un'ora di silenzio dopo i programmi per bambini per disincentivarne il prolungamento davanti alla tv.
Negli anni Cinquanta, in Italia e Gran Bretagna era stato proposto di inserire un'ora di silenzio dopo i programmi per bambini per disincentivarne il prolungamento davanti alla tv.

Il fatto che il business non si può permettere la perdita di una così vasta fetta di telespettatori ha probabilmente impedito un'evoluzione in questo senso. A ciò si deve affiancare la circostanza per cui, purtroppo, ai genitori fa comodo parcheggiare i bimbi davanti alla tv, perché questo permette loro di svolgere alcuni lavori in modo più tranquillo, oltre che rappresentare una facile e sicura soluzione alle crescenti difficoltà che essi incontrano nel prendersi cura dei bambini.

Nel 2002, effettivamente, si è portato a termine un Codice di autoregolamentazione per le emittenti radiotelevisive che mira a tutelare i giovani telespettatori risparmiando loro violenza e affini. Ma come tutti possono vedere in gran parte esso non viene rispettato. E comunque il nocciolo della questione, per quanto possa parere strano, non è la qualità di ciò che viene visto (seppur sia confermato che la visione ripetuta di atti di violenza condizioni comportamenti conseguenti nei bambini) ma più che altro la quantità di esposizione al “mezzo”.

bambini
Il nocciolo della questione non è la qualità di ciò che viene visto ma la quantità del tempo di esposizione al “mezzo”.
Come dice Postman: «[...] in ogni strumento è insito un pregiudizio ideologico, una predisposizione a costruire il mondo in un modo piuttosto che in un altro, a sopravvalutare una cosa rispetto a un'altra, a magnificare le proprie percezioni, le proprie capacità o atteggiamenti a svantaggio di altri. Il famoso aforisma di Marshall McLuhan, “Il medium è il messaggio”, voleva dire proprio questo» (Postman, Neil, Technopoly. La resa della cultura alla tecnologia, Bollati Boringhieri, Torino, 1993, p. 20). E il mondo che vediamo uscire dalla tv è proprio quello che vogliamo per i nostri bambini?

È palese che la televisione non è per niente strutturata in modo di dare informazioni circa il mondo reale ma che si propone essenzialmente come obiettivo primario (se non unico oltre quello della manipolazione politica) quello di vendere merci.

Possiamo quindi facilmente arguire che la tv è un mezzo di mercato e i valori che diffonde sono quelli commerciali. Tali valori sono quelli che si stanziano nelle menti dei piccoli futuri cittadini del pianeta insieme ad una concezione fortemente aggressiva della vita ed ad una sessualità immaginifica o chimerica. Facciamo in modo che questo non possa continuare nella nostra totale indifferenza. A cominciare da noi stessi e dalle nostre scelte di tutti i giorni.

Riesame di riparazione

Fonte:



Il Riesame ha annullato i due decreti di sequestro dei computer di Gioacchino Genchi, l’ex consulente di De Magistris indagato a Roma e perquisito dal Ros per abuso d’ufficio, accesso illegale a sistema informatico, violazione del segreto di Stato e dell’immunità parlamentare. Crolla così miseramente l’iniziativa dei procuratori aggiunti Nello Rossi e Achille Toro, che aveva portato al linciaggio di Genchi (Gasparri ne aveva addirittura chiesto l’arresto). Le motivazioni non sono ancora note. Ma l’avvocato Fabio Repici ha dimostrato che i reati contestati sono puro dadaismo giudiziario

Accesso abusivo all’Agenzia dell’Entrate: non era abusivo perché autorizzato da vari pm. Acquisizione di tabulati “riconducibili a parlamentari” senza il permesso del Parlamento: per sapere che un telefono è riconducibile a Tizio o Caio, bisogna acquisirlo. E ad acquisirlo non è il consulente, ma il pm. E l’autorizzazione delle Camere è richiesta per usare i tabulati nel processo, non nelle indagini. E i tabulati non erano riconducibili a parlamentari: quello di 
Mastella era intestato alla Camera e al Dap, quello di Minniti a un tizio di Treviso, quello di Pisanu a tale Stefania I., quello di Loiero non era coperto da immunità perchè Loiero non era parlamentare. Quanto a quelli dei servizi segreti, non sono coperti da alcun segreto. In ogni caso non si vede che c’entri la Procura di Roma con un signore che vive e opera a Palermo. Si spera che il Riesame chiuda l’ennesima pagina nera della giustizia italiana sul caso Catanzaro. E che qualcuno, magari, torni a occuparsi del caso Catanzaro. 

venerdì 10 aprile 2009

IL CODEX ALIMENTARIUS: un inquietante progetto in campo alimentare

Fonte:
http://www.laleva.org/it/2009/04/il_codex_alimentarius_un_inquietante_progetto_in_campo_alimentare.html

Autore: FrancoLibero Manco     

   Il Codex Alimetarius entrerà in vigore il 31 dicembre del 2009 e potrebbe essere il più grande disastro per la salute umana: determinerà gli standard di sicurezza alimentare e le regole in più di 160 paesi del mondo, cioè per il 97% della popolazione mondiale.

   La Commessione di Commercio Codex Alimentarius (che nel 1994 dichiarò le tossine come nutrienti) è attualmente finanziata e condotta dall'OMS (che appartiene all'ONU) e dalla FAO.

   Un insieme di standard internazionali aventi come scopo la protezione della "salute" dei consumatori, attraverso pratiche nel commercio per: preparati alimentari, semipreparati, crudi, l'igiene degli alimenti, gli additivi, i pesticidi, i fattori di contaminazione, l'etichettatura, i metodi di analisi. Lo scopo recondito è di mettere fuori legge ogni metodo alternativo nel campo della salute, come le terapie naturiste, l'uso di integratori alimentari, di vitamine e di tutto ciò che potrebbe essere un potenziale concorrente per l'industria chimico-farmaceutica.

   La lobby della chimica farmaceutica è nata da un'associazione condotta da Rockfeller e dall'IGFarben della Germania nazista. L'IGFarben fin dal 1932 fornì ad Hitler un finanziamento di 400.000 marchi senza il quale il secondo conflitto mondiale non avrebbe potuto avere luogo e nel 1941 costruì ad Auschwitz la più grande industria chimica del mondo approfittando della mano d'opera dei campi di concentramento. Nel processo di Noriberga i responsabili della IGFarben furono dichiarati colpevoli di genocidio, di schiavitù ed altri crimini. Però un anno dopo la condanna, nel 1952, tutti i responsabili furono liberati con l'aiuto di Nelsen Rockfeller (che a quei tempi era ministro degli affari esteri in USA) e s'infiltrarono nell'economia tedesca.

 Fino dagli anni 70 il consiglio direttivo della società BASF, BAYER e HOECHST era costituito da membri del partito nazista che, a partire dal 1959, finanziavano il giovane Helmut Kohl. In pratica l'organizzazione nazista associata a Rockfeller ha costituito il mercato farmaceutico del pianeta.

   L'alleanza della IGFarben si è poi tramandata sotto un altro nome: "Associazione per l'industria chimica" che nel 1955 è stata raggruppata nel CODEX ALIMENTARIUS il cui spirito è la soppressione delle innovazioni scientifiche indipendenti degli ultimi 50 anni usando ogni mezzo per mantenere il suo posto sul mercato in riferimento al cancro, all'AIDS, alle malattie cardiovascolari ecc.

   Un gran numero di partiti politici europei, di sinistra e di destra, sono stati finanziati da questa industria per assicurarsi una legislazione favorevole all'industria farmaceutica. Per influenzare i legislatori, condizionare gli organismi di controllo, manipolare le ricerche in campo medico ed educativo, solo nel 1961 le industrie farmaceutiche hanno fatto donazioni alle grandi università degli USA: 8 milioni di dollari ad Harvard, 8 milioni di dollari a Yale, 10 milioni di dollari a Jonh Hopkins, 1 milione di dollari a Standford, 1,7 milioni di dollari a Columbia di New York. L'informazione dei medici è interamente finanziata dalle compagnie, che nascondono con attenzione un gran numero di effetti secondari pericolosi e perfino mortali dei farmaci. Vale la pena ricordare che ogni anno solo nel Nord America muoiono 800.000 persone a causa delle medicine allopatiche. Il 13 marzo 2002 gli europarlamentari adottarono leggi a favore dell'industria farmaceutica secondo le disposizioni fissate del Codex Alimentarius, finalizzate ad elaborare una documentazione coercitiva per tutte le terapie naturiste e gli integratori alimentari. Ma nonostante 438 milioni di petizioni inviate al Parlamento Europeo le direttive del Codex sono state adottate.

   Il dr. Rath Matthias, uno specialista tedesco per l'uso di trattamenti naturisti, nel 2003 ha consegnato alla Corte Internazionale di Giustizia un atto di accusa per crimini contro l'umanità. Matthias afferma: "Il vero scopo dell'industria farmaceutica mondiale è di guadagnare soldi grazie alle malattie croniche e di non preoccuparsi di prevenire o sradicare queste malattie. L'industria farmaceutica ha un interesse finanziario finalizzato alla diffusione di queste malattie, per assicurarsi il mantenimento o addirittura l'aumento dei prezzi dei medicinali. Per questo motivo i farmaci sono fatti per eliminare i sintomi e non per trattare le vere cause delle malattie... le compagnie farmaceutiche sono responsabili di un genocidio permanente e diffuso, in quanto uccidono in questo modo milioni di persone".

   A partire dal 2005 le direttive applicate mirano a:

- eliminare ogni supplemento alimentare naturale che sarà sostituito con 28 prodotti di sintesi disponibili solo in farmacia: tutto ciò che non è nella lista del Codex è considerato illegale;

- le medicine naturiste, come l'agopuntura la medicina energetica, ayurvedica, tibetana ecc. saranno progressivamente vietate;

- l'agricoltura e l'allevamento di animali saranno regolate dall'industria chimico-farmaceutica che vieta per principio l'agricoltura biologica. Questo significa che ogni mucca da latte sarà trattata con l'ormone bovino della crescita (ricombinato geneticamente) prodotto dalla Monsanto. Inoltre. Ogni animale del pianeta usato a fini nutrizionali dovrà essere trattato con antibiotici ed ormoni della crescita. Le regole del Codex permettono che gli alimenti contenti OGM non debbano più essere etichettati come tali. Non solo. Nel 2001 il Codex Alimentaris reintegra 7 delle 12 sostanze chimiche (note per essere causa di cancro) vietate unanimemente da 176 nazioni.

- l'alimentazione umana dovrà essere irradiata con Cobalto i cui livelli saranno maggiori di quelli permessi in precedenza.

Il crollo della nostra onnipotenza

Fonte:

Di fronte a tragedie come quella dell’Aquila provo un sentimento di profonda vergogna. Per la mia impotenza. Per la mia inutilità. Penso che se uno non può far nulla di utile farebbe meglio a girare la testa da un’altra parte. E invece guarda la tv. E c’è qualcosa di molto ambiguo, oltre che di morboso, in questo voyeurismo del dolore e della sofferenza altrui. "La sofferenza degli altri fa bene. Questa è la dura sentenza" scrive Nietzsche con la sua spietata lucidità. È un sentimento inconscio, naturalmente, che non esclude affatto una commozione sincera ma la accompagna. È come quando si va ai funerali di un amico. Da una parte c’è un dolore autentico, dall’altra l’inconfessata e inconfessabile soddisfazione, per contrasto, di essere ancora vivi.
Eppoi c’è l’ambiguità di un mezzo come quello televisivo. Che per sua natura, trasforma inevitabilmente in spettacolo tutto ciò che tocca e quindi anche il dolore e la sofferenza. E ci specula. Il Tg1, alla fine di un telegiornale pieno di immagini di morte e distruzione, è arrivato a vantarsi, snocciolando compiaciuto, fasce orarie, picchi d’ascolto, degli share ottenuti con le trasmissioni sul terremoto, superiori a quelli della concorrenza. Non so chi abbia potuto suggerire al direttore uscente di quel Telegiornale una tale esibizione, che definire di cattivissimo gusto è poco.
Finisce, momentaneamente, la rappresentazione della tragedia e inizia la pubblicità, il mondo virtuale da cui sofferenza e dolore sono esclusi e esistono solo felicità, benessere, le "opportunities", le digestioni facili. Questo mondo virtuale, falso, è già irritante in situazioni normali ma accostato alla realtà della tragedia diventa semplicemente indecente. Io credo che per rispetto dei morti, e soprattutto dei vivi, nel caso di tragedie di questa portata bisognerebbe sospendere la pubblicità per qualche giorno piuttosto che dichiarare "lutti nazionali" che non si è mai capito bene in che cosa consistano.
Poi ci sono i rappresentanti delle Istituzioni. Probabilmente è giusto che facciano sentire, anche con la loro presenza fisica, la vicinanza dello Stato, ma pur se animati delle migliori intenzioni è inevitabile che si facciano pubblicità, per quanto involontaria, a spese dei morti. E ci sono gli uomini politici. Dario Franceschini è andato in Abruzzo senza avvertire nessuno, in veste anonima, "per non essere seguito dalle Tv e dalle radio e farsi pubblicità". Ma poi l’ha raccontato in televisione.
Un terremoto, in quanto tale, non ammette discussioni. Però penso che la gente farebbe bene a fidarsi di più del proprio istinto e meno della tecnica e dei suoi guru. La gente d’Abruzzo aveva sentito, intuito, che in quei "flussi sismici", dichiarati nella norma, c’era qualcosa che non andava tanto che in un paesino, il giorno prima della scossa avevano fatto una processione per chiedere a Nostro Signore di non far arrivare il terremoto (ciò che è successo dopo la dice lunga su quanto tenga conto delle nostre preghiere). Ma la stragrande maggioranza ha finito per fidarsi dei tecnici. Tranne alcuni, che si sono salvati. Mi ricorda la vicenda del cieco e del suo cane il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle. L’ordine, nei grattacieli in fiamme, era di stare calmi, di non muoversi, che sarebbero presto arrivati i pompieri e i mezzi a risolvere tutto. Ma il cane non sapeva nè leggere nè scrivere e, tantomeno, aveva orecchie per ascoltare. Fece ciò che l’istinto gli dettava; si precipitò giù dalle scale trascinandosi dietro il cieco, salvandosi e salvando il suo padrone. Anche noi siamo degli animali e dovremmo recuperare almeno un po’ di questa nostra natura oggi troppo sacrificata alla razionalità della tecnica.
Infine se la tragedia dell’Aquila ha un senso è di ricordarci la nostra fragilità, di limare la nostra ubris, il delirio di onnipotenza che ci fa credere di poter controllare tutto. Esiste il Caso, che i Greci chiamavano Fato al quale anche gli dei dovevano sottomettersi. Siamo, tutti, sospesi a un filo. E non dovremmo aspettare tragedie come quelle dell’Aquila per ricordarcene.

Massimo Fini

Arne Naess, il filosofo dell’ecologia profonda

Fonte:
All’età di quasi 97 anni, il 12 gennaio 2009, si è spento ad Oslo Arne Naess. Il più grande filosofo norvegese del ventesimo secolo è stato il fondatore dell’ecologia profonda.

di Guido Dalla Casa

arne naess
Arne Naess, grande filosofo norvegese del ventesimo secolo è considerato il fondatore dell’ecologia profonda.
Riferire tutti i giudizi di valore all’umanità è una forma di antropocentrismo filosoficamente indifendibile

Arne Naess

Il 12 gennaio 2009 Arne Naess si è spento a Oslo, all’età di quasi 97 anni.

Arne Dekke Eide Næss è considerato il più grande filosofo norvegese del ventesimo secolo: la sua formazione giovanile si è basata soprattutto su pensatori come Spinoza e Gandhi, oltre che sulla filosofia buddhista. È generalmente riconosciuto come il fondatore dell’ecologia profonda. È stato nominato professore della cattedra di filosofia all’Università di Oslo all’età di 27 anni.

Naess è stato anche un alpinista di fama e nel 1950 ha guidato la prima ascensione al Tirich Mir (7708 m), nella catena dell’Hindu Kush. Il suo rifugio più noto è sempre stato quello diTvergastein cui era particolarmente affezionato, tanto che la sua filosofia è spesso chiamata “Ecosofia T” proprio dall’iniziale di quel rifugio, situato nel Sud della Norvegia.

La sua “messa in pratica” dell’ecologia profonda era quella che lui chiamavafriluftsliv, traducibile più o meno come “vita all’aria aperta”.

L’atto di origine dell’ecologia profonda è considerato il suo articolo “The Shallow and the Deep, Long-Range Ecology Movement” pubblicato su Inquiry n. 16 del 1973 e basato su una sua conferenza del 1972. In realtà, come filosofia di fondo e di comportamento, l’ecologia profonda era ben nota agli sciamani Hopi o Lakota, ad altre culture native o ad alcune filosofie di origine asiatica, ma Naess è stato il primo a definirla in termini scientifico-filosofici occidentali.In quell’articolo diventato famoso, Naess distingue fra un’ecologia “superficiale”, che si batte per la conservazione della natura, che però rimane risorsa al servizio dell’uomo, e un’ecologia “profonda”, che sostiene il valore intrinseco delle realtà naturali. Se tutto ciò che esiste è interrelato, se cioè “tutto dipende da tutto”, l’essere umano non è più separato dal mondo naturale ma ne è solo una parte, che interagisce con le altre e verso le quali deve assumere un atteggiamento empatico.


Il grande merito dell’ecologia profonda è quello di spostare la coscienza da centrata-sull’umano a centrata-sulla-Terra
Naess definì il movimento dell’ecologia superficiale, molto più diffuso di quello dell’ecologia profonda, come “la battaglia contro l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse, che farà spostare gli umani verso le nazioni cosiddette sviluppate”. L’approccio di superficie dà per scontata la fede nell’ottimismo tecnologico, nella crescita economica, nello sfruttamento basato sulla scienza e nella continuazione delle attuali società industriali. Naess così si esprime: “I sostenitori dell’ecologia di superficie pensano di poter modificare le relazioni dell’uomo con la Natura all’interno della struttura della società oggi esistente”.

“La maggior forza trainante del movimento dell’Ecologia Profonda – scrive Naess – se paragonato a tutta la restante parte del movimento ecologista, è l’identificazione e la solidarietà con tutta la Vita”. Il primato del mondo naturale è considerato “un’intuizione” e non un derivato filosofico o logico. In linea di principio, ogni essere vivente ha diritto ad una vita libera, autonoma e dignitosa. Per Naess vanno compresi fra gli esseri senzienti gli organismi individuali, gli ecosistemi, le montagne, i fiumi e la Terra stessa.

Il libro di Rachel Carson “Primavera Silenziosa” (1962) lo aveva colpito profondamente. Gli esseri viventi, pensava Arne Naess, hanno un valore in sé. Come gli uccelli delle sempre più silenziose campagne americane, hanno bisogno di essere protetti dall’invadenza di miliardi di umani. Bisogna cercare una nuova armonia ecologica tra gli esseri viventi che abitano il pianeta Terra. Questo rinnovato equilibrio passa a livello teorico attraverso la rinuncia a qualunque forma di antropocentrismo: il diritto alla vita di ogni essere vivente è assoluto e non dipende dalla maggiore o minore vicinanza alla nostra specie. A livello pratico il nuovo equilibrio ecologico passa attraverso la riduzione della popolazione umana, l’uso di tecnologie a basso impatto ambientale e la mancanza di interferenza umana in moltissimi ecosistemi.

arne naess
Il 12 gennaio 2009 Arne Naess è tornato alla Terra
Il pensiero di Arne Naess è senza dubbio assai radicale ed intriso di pessimismo sulla capacità umana di realizzare l’armonia ecologica da lui teorizzata. Tuttavia è certo che egli ha contribuito molto ad una cultura ambientale più consapevole.

È autore di circa cinquanta libri ed un numero enorme di articoli: il libro principale tradotto in italiano ha come titolo Ecosofia. Ecologia, società e stili di vita (Ed. RED, 1994). Fra gli altri libri possiamo citare Freedom, Emotion and self-subsistence (1975),Ecology, community and lifestyle(1989), Life’s philosophy: reason and feeling in a deeper world (2002).

Un panorama completo degli scritti di Naess si trova nell’opera in dieci volumi “The Selected Works of Arne Naess” pubblicato nel 2005 da Springer (ISBN: 978-1-4020-3727-6).

Il grande merito dell’ecologia profonda è quello di spostare la coscienza da centrata-sull’umano a centrata-sulla-Terra e di dirci quali dovrebbero essere le relazioni con il mondo naturale nel 21° secolo.

Questo è veramente un grande risultato della vita e dell’opera del filosofo norvegese. Infine il significato dell’opera di Naess è stato anche quello di presentarci una via verso il ritrovamento di una relazione pre-industriale, animistica e spirituale con la Terra, con il rispetto verso tutte le specie e non solo la specie umana. Questo è il messaggio di cui ha bisogno il nostro tempo, che la Terra non è soltanto una “risorsa” per l’umanità, qualcosa che deve essere sfruttato commercialmente.

Purtroppo i personaggi più noti del movimento ecologista non hanno mai nominato pubblicamente l’ecologia profonda, né parlato della sua grande importanza: non è per caso, dato che i suoi principi comporterebbero modifiche considerate troppo drastiche alla società e soprattutto al sistema economico.

Ora Arne è tornato alla Terra.

Sono certo di rendere un omaggio al grande filosofo, che ha spesso ispirato anche il mio pensiero, riportando qui gli otto principi dell’ecologia profonda.


Gli umani non hanno alcun diritto di ridurre la diversità degli ecosistemi della Terra ed i loro costituenti vitali, organici ed inorganici.
Piattaforma dell’ecologia profonda, versione ecocentrica-sintetica

1.- Il ben-essere e il fiorire della Terra vivente e delle sue innumerevoli parti organiche/inorganiche hanno un valore in sé.

2.- La ricchezza e la diversità degli ecosistemi della Terra, come pure delle forme organiche che alimentano e sostengono, contribuiscono alla realizzazione di questi valori e sono anche valori in sé.

3.- Gli umani non hanno alcun diritto di ridurre la diversità degli ecosistemi della Terra ed i loro costituenti vitali, organici ed inorganici.

4.- Il fiorire della vita e della cultura umane è compatibile con una sostanziale riduzione della popolazione umana. Il fiorire creativo della Terra e delle sue innumerevoli parti richiede come necessaria tale diminuzione.

5.- L’attuale interferenza umana con il mondo non-umano è eccessiva, e la situazione sta peggiorando rapidamente.

6.- Si devono cambiare le politiche attuali. Tale cambiamento riguarda i fondamenti dell’economia e le strutture tecnologiche e ideologiche.

7.- Il cambiamento ideologico è principalmente quello di apprezzare la qualità della vita piuttosto che aderire all’illusione di un tenore di vita sempre più alto.

8.- Coloro che sottoscrivono i punti sopra elencati prendono l’impegno di partecipare ai tentativi di implementare le necessarie modifiche.

Vedetelo come un fine settimana al campeggio, dice Silvio Berlusconi alle vittime del terremoto

Fonte:

Pubblicato giovedì 9 aprile 2009 in Australia

[The age]

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha suggerito alle 28.000 persone rimaste senza casa a causa del terremoto in Abruzzo di immaginare di trovarsi in campeggio.

Berlusconi ha fatto questa grossa gaffe all’emittente televisiva tedesca N-TV.

Ha detto al reporter: “[Le vittime] hanno tutto ciò di cui hanno bisogno. Hanno assistenza medica, pasti caldi… naturalmente, la loro sistemazione è un pochino temporanea, ma dovrebbero vederla come se fosse un fine settimana in campeggio.”

Il terremoto di lunedì ha ucciso più di 270 persone, ne ha ferite più di 1.000 e lasciato 28.000 persone senza alloggio.

The Guardian ha riportato che il commento di Berlusconi potrebbe essere stato fatto allo scopo di rassicurare la popolazione mentre i soccorritori continuavano a cercare sopravvissuti durante una potente scossa di assestamento.

Le autorità hanno costruito 20 tendopoli per ospitare gli sfollati in disperato bisogno di riparo dall’umidità e dalle basse temperature che durante la notte possono scendere fino a 4 gradi.

Il Primo Ministro italiano è ben noto per le sue gaffe verbali, che includono: paragonare un membro tedesco del Parlamento Europeo ad un kapò e descrivere il neo eletto Presidente americano Barack Obama come “giovane, bello e abbronzato.”

Ha collezionato anche svariate gaffe diplomatiche durante la serie di incontri tenutisi in Inghilterra, Francia e Germania la settimana scorsa. Ha saltato una foto ufficiale della NATO e ha lasciato il Cancelliere tedesco Angela Merkel ad aspettare alla fine del tappeto rosso mentre lui finiva una conversazione telefonica. Pare che abbia anche infastidito la Regina d’Inghilterra chiamando ad alta voce Obama durante una foto di gruppo.

[Articolo originale]

Sciacalli e leccapiedi

Fonte:

9 aprile 2009, in MARCO TRAVAGLIO


Vignetta di BandanasDue futuri premi Pulitzer, sul Giornale e a Radio24, mi danno gentilmente dello «sciacallo» perché ho ricordato quali danni aggiuntivi ai terremotiavrebbero comportato il “piano casa”e il ponte di Messina (in una delle zone più sismiche d’Europa) se sciaguratamente fossero già stati realizzati. I servi furbi sono cosìaccecati dalla saliva delle loro lingue da non accorgersi che a liquidare il ponte, all’indomani della sciagura abruzzese, è stato il sottosegretario alle Infrastrutture del loro adorato governo, il leghista Roberto Castelli; e che a rinviare sine die il “piano casa” è stato il ministro forzista Raffaele Fitto, con la soave espressione dorotea della «pausa di riflessione». 

Intanto il ministro Claudio Scajola annuncia che nel decreto saranno inserite precise «misure antisismiche»: fino a domenica non ci aveva pensato nessuno. La parola “terremoto” non compariva mai nella proposta inviata a giugno dal governo alle regioni, nella bozza di un mese fa e men che meno nell’intesa del 31 marzo. Anzi, lì un cenno c’era, maper smantellare i divieti (art.6: «Semplificazioni in materia antisismica»). Solo due giorni fa, mentre l’Abruzzo crollava, si son ricordati che siamo il paese più a rischio d’Europa e hanno cancellato l’art.6 e, al suo posto, hanno infilato qualche riga di «misure urgenti in materia antisismica»: gli ampliamenti delle case non saranno autorizzati «ove non sia documentalmente provato il rispetto della normativa antisismica». Ci son voluti 260 morti, per ripristinare la legalità. A proposito di sciacalli. Vergogniamoci per loro, e per i loro servi. 

Alla protezione civile sanno

Fonte:



 Non posso scavare sotto alle macerie da solo. Non posso farvi vedere quello che c'è sotto. Non posso dirvi quanti morti ancora siano tumulati insieme ai loro giacigli di fortuna, occupati abusivamente in abitazioni mai messe in sicurezza, nonostante quattro mesi di attività sismica continuativa, nonostante lo stesso sindaco Cialente fosse a conoscenza del fatto che L'Aquila è devastata da un grande terremoto più o meno ogni trecento anni, e l'ultimo si sia verificato nel1705.

 Non posso portarvi le prove del fatto che il 
90% dei contratti di affitto nel centro storico dell'Aquila fossero in nero. Verba volant. Chi sa che sotto le macerie c'eraqualcuno che non c'era tace.

 Tutto quello che posso fare è 
girare, con la mia videocamera, guardare attentamente, parlare con la gente, tenere gli occhi e le orecchie ben aperti, essere pronto ad avviare la registrazione. Con qualsiasi mezzo: un dito, una nocca, il cappuccio di una penna. Davanti alle telecamere certe cose non te le dice nessuno. Ma dietro all'obiettivo... 

 La conversazione che potete ascoltare nel video è avvenuta all'interno della 
base operativa della protezione civile, ricavata all'interno del Comando Scuola Sottofficiali della Guardia di Finanza, a L'Aquila. Chi parla è un'operativo con mansioni di livello, coinvolto nelle operazioni di recupero.
 
 Sono molte le cose che non posso fare. Ma posso farvi ascoltare 
questo.

giovedì 9 aprile 2009

SENZA VERGOGNA

Fonte:



Marco Cedolin
L’immane tragedia del terremoto che ha duramente colpito la gente d’Abruzzo, provocando quasi 300 vittime, oltre 1000 feriti e 27.000 sfollati, ha dimostrato una volta di più la totale perdita di contatto con la realtà e lo stato di totale catatonia nel quale versa l'informazione italiana.
Le immagini del 
TG1 del 7 aprile, in apertura del quale una fiera annunciatrice imbellettata, esordendo con “Ascolti Record”, sciorinava senza vergogna e con dovizia di particolari i dati del grande successo di ascolti conseguiti dal telegiornale durante i giorni del terremoto in Abruzzo, basterebbero esse sole a far comprendere quale livello di degrado abbia ormai raggiunto l'informazione nel nostro paese. Ascoltando i dati dello share di una catastrofe che per molti abruzzesi ha significato morte e disperazione, enumerati con certosina precisione e insano compiacimento e tradotti in un messaggio promozionale a favore del TG principe di “mamma Rai” è impossibile non restare attoniti e basiti, domandandosi cosa alligni negli atrofici cervelletti di coloro che in Italia gestiscono l’informazione miliardaria.
Menti ottenebrate che traducono le tragedie, il dolore ed i sentimenti umani in algidi dati auditel, utili a rinfocolare il budget pubblicitario. Automi disumanizzati pronti a profondersi in complesse calcolazioni riguardo alla potenziale resa in termini di ascolto di ogni catastrofe. Attori consumati intenti a spettacolarizzare la morte e la sofferenza, alla perenne ricerca di un punto di share in più.

A fare da corollario al raccapricciante siparietto di Rai uno, occorre ricordare come relativamente al terremoto in Abruzzo avesse già avuto modo di mettersi in luce “l’eroe dei rifiuti di Napoli” 
Guido Bertolaso che avvertito dell’imminenza del sisma dal ricercatore Giuliani lo aveva liquidato definendolo “un imbecille” ed invocandone la denuncia per procurato allarme.
L’immarcescibile Silvio Berlusconi che ha colto nella tragedia un’opportunità per iniziare la campagna elettorale e progettare nuove cementificazioni, non prima ovviamente di avere rincuorato i terremotati abruzzesi dicendo loro che “li avrebbe mandati in vacanza al mare a spese dello Stato”.
“L’eroica” multinazionale dei disastri 
Impregilo che dopo poco più di un mese dalla conclusione del processo che la vedeva coinvolta nella distruzione del Mugello, risulta essere fra coloro che hanno costruito l’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Un nosocomio costato 9 volte più del previsto, uscito dalle conseguenze del sisma molto più lesionato di quanto non fosse logico attendersi da una struttura di questo genere.
Sullo sfondo di tutta questa grottesca situazione, i malcapitati cittadini abruzzesi, costretti perfino a pagare il pedaggio dell'autostrada ogni qualvolta devono recarsi presso le proprie abitazioni lesionate per recuperare le masserizie, ai quali non può che andare la solidarietà di tutti coloro che non si riconosco in questa politica e in questa informazione.

Acque minerali estrogenate: incriminate le bottiglie di plastica

Fonte:

Dall’Università Johann Goethe di Francoforte giunge la notizia che nelle acque minerali vendute in bottiglie di plastica sono presenti dosi di estrogeni potenzialmente dannose per l’equilibrio ormonale umano. L’entità del rischio non è ancora definita, in quanto occorrono studi più approfonditi, ma i ricercatori invitano alla prudenza. L’Associazione Britannica per le Bevande Leggere solleva invece una voce contraria: “allarme per il momento ingiustificato”.

di 
Virginia Greco

bottiglie acqua
Secondo studiosi di Francoforte l'acqua in bottiglia contiene dosi di estrogeni potenzialmente dannose per l'equilibro ormonale umano.
Purtroppo le vicende di contaminazione di cibi da parte delle sostanze chimiche presenti negli involucri non sono più una rarità. Al di là di fenomeni isolati e immediatamente arginati - si è appreso ormai dall’esperienza come alcuni composti, tipo il bisfenolo A, possono passare dalla confezione all’alimento e avere conseguenze spiacevoli sulla salute di quanti ne faranno uso.

Un nuovo esperimento, i cui risultati hanno destato l’interesse dei cronisti internazionali, è stato condotto sulle acque minerali vendute in contenitori di differente composizione. Sotto accusa sono le bottiglie di plastica: il contenuto di ormoni femminili riscontrato nelle acque raccolte in tali confezioni è di gran lunga superiore a quello trovato nelle acque (anche le “stesse”, ossia provenienti dalla medesima fonte e della stessa marca) vendute nel vetro.

Lo studio è responsabilità di un gruppo di ricercatori dell’Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte, guidati da Martin Wagner e Jörg Oehlmann.

“Appare possibile che la contaminazione delle acque prese in esame da parte di xeno-ormoni” - ossia ormoni provenienti dall’esterno, non secreti dal corpo stesso – “sia originata dai materiali usati per il packaging”, si legge nell’articolo pubblicato sulla rivista scientifica “Envirnomental Science and Pollution Research”“dato che le minerali imbottigliate nel PET e nel tetrapack sono risultate più estrogeniche di quelle confezionate nel vetro. Ciò induce a concludere che additivi presenti nei contenitori migrino da questi ultimi agli alimenti”.

Wagner e Oehlmann hanno rivolto l’attenzione alle acque minerali in quanto l’acqua è un composto “semplice” e non contiene ormoni endogeni (cioè non vi è un contenuto ormonale insito); inoltre, spiegano i ricercatori, “il consumo di acqua minerale è in crescita in tutto il mondo”.

tetrapak
I campioni utilizzati per la ricerca sono stati 20: 9 di essi in bottiglia di plastica, 9 in vetro e 2 in tetrapack (cartone internamente rivestito da una sottile pellicola plastica).
campioni utilizzati sono stati 20 (scelti tra marche differenti e fasce di prezzo variegate): nove di essi in bottiglia di plastica, nove in vetro e due in tetrapack (cartone internamente rivestito da una sottile pellicola plastica).

Gli esperimenti sono stati condotti sia in vitro sia in vivo. Prima di tutto è stato misurato il quantitativo di estrogeni presenti in ogni acqua, facendo uso di un recettore di ormoni umani (analisi in vitro). La veridicità del responso è basata sul fatto che per ogni campione l’esperimento è stato condotto su tre bottiglie diverse e su ciascuna per tre volte. In seguito sono state fatte analisi in vivo su lumache terrestri femmine, monitorando la loro attività riproduttiva in condizioni di esposizione all’acqua estrogenata.

Cosa è emerso dagli studi?

L’analisi in vitro ha permesso di rivelare un’attività estrogena significativamente elevata in 12 dei 20 esemplari presi in considerazione. Più precisamente, sono stati rilevati ormoni in ben il 78% delle acque in bottiglia di plastica (ossia sette campioni su nove) e nel 100% di quelle in tetrapack (due marche su due), contro il 33% di quelle in vetro (tre campioni su nove).

Per valutare direttamente l’influenza del materiale di imballaggio, i ricercatori hanno analizzato acque minerali provenienti dalla medesima fonte, ma imballate con materiale differente: le minerali vendute in bottiglie di vetro sono risultate meno estrogenate delle corrispettive in PET. Più nel dettaglio, si è indagata anche la differenza tra contenitori in plastica riutilizzabili (vuoti a rendere) e monouso: l’acqua in confezioni usa e getta sono mediamente più cariche di estrogeni di quelle in bottiglia riutilizzabile (considerata non al primo uso), evidentemente perché queste ultime dissolvono il contenuto di ormoni nei vari passaggi, in più tra uno e l’altro sono risciacquate.

D’altro canto, l’analisi in vivo ha dimostrato che il contenuto ormonale delle acque prese in considerazione ha un effetto reale sull’equilibrio endocrino delle lumache, in quanto dopo 56 giorni di esposizione a 25 ng/l (nanogrammi per litro) di etinile-estradiolo la loro attività riproduttiva (valutata in numeri di embrione per femmina) è più che raddoppiata. In concreto, si è manifestato un significativo aumento della riproduzione nei campioni imbottigliati in plastica, piuttosto superiore rispetto a quello riscontrato nelle acque in vetro.

acqua in bottiglia
Secondo gli studiosi i risultati della ricerca forniscono una prima evidenza di una marcata contaminazione dell’acqua minerale da parte di estrogeni
“I nostri risultati forniscono una prima evidenza di una marcata contaminazione dell’acqua minerale da parte di estrogeni, con valori tipicamente nell’intervallo di 2-40 ng/l e picchi di 75 ng/l”, concludono i ricercatori di Francoforte. “Il consumo di acqua minerale imbottigliata e commercializzata potrebbe dunque contribuire all’esposizione complessiva degli esseri umani a sostanze in grado di alterare l’equilibrio endocrino del corpo.”

Tali sostanze fonti di ormoni costituiscono un’intera categoria, denominata EDC, ossia composti in grado di alterare l’equilibrio endocrino. Sono da anni poste sotto osservazione in quanto in potenza sono causa di danni all’organismo. Il legame di causalità tra l’ingestione di tali composti e gli effetti collaterali sulla salute umana, però, è ancora oggetto di controversie: non è una faccenda immediata, in quanto le malattie connesse agli ormoni possono essere correlate a varie cause, peraltro distribuite su un arco di tempo lungo. Non di meno, va detto che un numero non trascurabile di esperimenti suggeriscono che tale legame sia in effetti concreto.

A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione dell’articolo da parte di Wagner e Oehlmann, è arrivata una risposta da parte di un portavoce dell’Associazione Britannica per le Bevande Leggere (BSDA), la quale sostiene che non sia possibile concludere dallo studio in questione che ci sia un’effettiva connessione tra l’attività estrogena riscontrata nelle acque e il confezionamento.

“I composti rintracciati nell’acqua non sono stati precisamente identificati, pertanto non possono esser fatti risalire ai materiali d’involucro. Inoltre composti analoghi sono stati ritrovati in test eseguiti su altri tipi di cibi e bevande senza che fosse rilevata una dipendenza tra attività ormonale e packaging.” Infine, afferma ancora la BSDA, “i livelli di queste sostanze riscontrati nelle acque sono infimi se comparati con i quantitativi naturali di ormoni presenti negli organismi e, comunque, sono ampiamente al di sotto dei livelli di sicurezza approvati dall’Unione Europea.”


Gli scienziati non sono ancora giunti ad una conclusione univoca. Nel frattempo noi consumatori siamo liberi di fare le nostre scelte
In effetti l’uso del PET (polietilene tereftalato) per la realizzazione di imballaggi alimentari è consentito e disciplinato da una direttiva (la 2002/72/CE) della Commissione Europea e da una successiva modifica ratificata due anni dopo (2004/19/CE). Ne segue che le case produttrici di confezioni e le aziende alimentari, se si adeguano a tali normative, non sono da considerarsi direttamente responsabili degli eventuali danni all’organismo. Semmai dovrebbero essere modificate le direttive, ma per far ciòoccorrono prove effettive dell’incompatibilità di determinati materiali con i processi biologici umani.

Gli scienziati non sono ancora giunti ad una conclusione univoca (o grossomodo tale), pertanto occorre attendere i risultati di futuri ulteriori indagini. Nel frattempo noi consumatori siamo liberi di fare le nostre scelte. Quella primaria sarebbe la rinuncia all’acquisto di acque commercializzate tout-court, per svariate ragioni di natura ecologica ed economico-sociale. Gli imballaggi, soprattutto se usa e getta, sono oggi una delle maggiori cause di inquinamento. Le acque che ammiccano dagli scaffali dei supermercati sono imbottigliate per lo più da multinazionali che hanno un curriculum degno di far rabbrividire ogni consumatore critico che si rispetti. Del resto il mercato dell’oro blu è oggi considerato molto redditizio in termini economici, nonché estremamente vantaggioso in quanto a potere esercitato.

Bere l’acqua che fuoriesce dal rubinetto di casa, prediligere il vetro alla plastica, acquisire l’abitudine di riportare i vuoti dove consentito: ci sono varie opzioni e conseguenti diversi livelli di acquisizione di responsabilità.

Consumatori, fate il vostro gioco!