
Tra le mozzarelle e le vongole Clemente Mastella ha sempre scelto i princìpi. Ne avanzava un piatto fumante alla tavola del Cavaliere, apparecchiata per le prossime Europee: ci si è accomodato coi gomiti larghi, intimando il silenzio ai commensali circostanti, fulminati con un preventivo “Chi pensa male è un farabutto”. Ma il silenzio è diventato una risata. La quale anziché spettinarlo dalla vergogna, ha funzionato come un salvacondotto, insieme con gli occhioni stupefatti d’eterno garzone della politica, servitore con zelo, anche a sessant’anni suonati, dai tempi di De Mita a quelli di Cossiga, passando per quasi tutti.
“Che ci volete fare? E’ Mastella!” Il “Teocon Famiglia” secondo la formidabile definizione del Sole 24 Ore. Quello con il finanziamento pubblico incorporato. Il seggio garantito. La processione dei sindaci del Sannio. La villa a Ceppaloni. Le melanzane, la pastiera. Le storielle per rallegrare il capo di turno. E la scorta: fino a ieri (comicamente) affidata alla polizia penitenziaria, in quanto ex Ministro di Giustizia e non in qualità di fragile consorte della temuta Sandra, arrestata domiciliarmente per certe sonore telefonate, nelle quali ragionava (in verità) più di primari che di princìpi, e con gli artigli ben conficcati nel sommo bene: le Asl.
Non ci sarebbe niente da ridere davanti a una simile deriva della politica: il tradimento a sinistra ripagato a destra. La coltellata a Prodi e il seggio a Strasburgo. Lo scandalo senza scandalo. Ma andrà peggio con i prossimi fuochi d’artificio, se sono veri i pronostici, luiavversario di Antonio Bassolino, stessa circoscrizione. Epica lotta: Godzilla contro King Kong. Per raccontarlo ci vorrà Dario Argento.