Una nuova sentenza della Corte di giustizia europea fa luce sulle coltivazioni OGM: gli europei hanno il diritto di conoscere in quali aree del loro comune sono presenti terreni coltivati con piante geneticamente modificate.
E dunque la Corte si è espressa così:
In forza del principio di precauzione e dei rischi cui vanno incontro l’ambiente e la salute umana, la direttiva ha definito un regime di trasparenza della procedura di autorizzazione delle misure relative alla preparazione e all’attuazione delle emissioni. Essa, in relazione a una prevista emissione deliberata di OGM, ha istituito non soltanto meccanismi di consultazione del pubblico (in generale e, se del caso, di determinati gruppi) ma anche un diritto di accesso del pubblico alle informazioni relative a una siffatta operazione, nonché la predisposizione di registri pubblici nei quali deve figurare l’ubicazione di ciascuna emissione di OGM.
In tal senso, coloro che intendono emettere OGM nell’ambiente sono tenuti, in forza della direttiva, a inoltrare una notifica alle autorità nazionali competenti, che deve includere un fascicolo tecnico contenente le informazioni richieste, vale a dire:
1) l’ubicazione e le dimensioni dei siti di emissione nonché la descrizione dell’ecosistema locale di emissione, inclusi clima, flora e fauna, così come la prossimità di biotopi ufficialmente riconosciuti o di aree protette che potrebbero essere interessati dal fenomeno, per le piante superiori geneticamente modificate;
2) l’ubicazione geografica e le coordinate del sito o dei siti di emissione nonché la descrizione degli ecosistemi, bersaglio o non bersaglio, che possono essere interessati, per quanto riguarda gli altri OGM.
Si è arrivati a questa sentenza, grazie alla tenacia di Pierre Azelvandre, che nel 2004 aveva chiesto al sindaco del proprio comune di Sausheim in Alta Alsazia di conoscere dove si trovassero i terreni coltivati a OGM e quali fossero le emissioni. Ma il sindaco si è rifiutato e così il Signor Azelvandre ha iniziato il contenzioso che lo ha portato fino alla Corte di giustizia europea.