fonte:
http://www.danielemartinelli.it/
Ho appreso la notizia della morte di Giuseppe Gatì, il giovane contestatore di Vittorio Sgarbi ad Agrigento. E’ morto stamattina in un casolare nei pressi della sua Licata, fulminato da una scarica elettrica mentre era intento ad un rubinetto di un contenitore refrigerante di latte. Gestiva il blog “la mia terra la difendo”. Era diventato popolare in Rete proprio in seguito a quella contestazione che aveva trasmesso pure Striscia la notizia. Mi aveva scritto qualche settimana fa per ringraziarmi di aver linkato il suo video in cui difendeva il pool antimafia e il magistrato Giancarlo Caselli. Come ricorderete, fu spintonato fuori dalla biblioteca gremita di gente da un vigile urbano.
Non lo avevo ancora conosciuto di persona ma questa disgrazia mi lascia esterrefatto e senza parole. Se non quelle più tristi, di unirmi al dolore dei familiari di questo ragazzo di sani principi. Le mie più sentite condoglianze.
fonte:
http://www.lamiaterraladifendo.it/
Il dopo contestazione
2 Gennaio 2009
In molti hanno visto il video della contestazione al pregiudicato Vittorio Sgarbi, ma forse non tutti sanno cosa è successo dopo.
Allego il breve riassunto che è sato pubblicato anche da Piero Ricca.
Con alcuni amici l’altro giorno mi sono recato presso la biblioteca comunale di Agrigento per contestare con volantini e videocamera Vittorio Sgarbi. Ci siamo soffermati su due punti in particolare: la condanna in via definitiva per truffa aggravata ai danni dello stato, e quella in primo e secondo grado, poi andata prescritta, per diffamazione del giudice Caselli. Dopo quasi due ore di ritardo ecco che arriva, in sala la gente rumoreggia e fischia. Subito dopo aver preso la parola, naturalmente con qualche volgarità annessa, inizia la nostra contestazione. Nel video non si vedono o sentono certe cose. Sono stato subito preso e spintonato da un vigile, mentre qualcuno tra la folla mi rifilava calci e insulti. Sgarbi, prima chiedeva che venisse sottratta la videcamera alla mia amica, e dopo cercava lui stesso di impossessarsene. Ma è importante sapere cosa succede dopo. I miei amici vanno via perchè impauriti, mentre io vengo trattenuto dai vigili. Si avvicina un uomo in borghese, che dice di appartenere alle forze dell’ordine e cerca di perquisirmi perchè vuole la videocamera (che ha portato via la mia amica). Io dico che non puo’ farlo e lui mi minaccia e mi mette le mani addosso. Arriva un altro personaggio, e minaccia di farmela pagare, ma i vigili lotengono lontano. Dopo vengo preso e portato in una sala appartata della biblioteca, dove la polizia prende i miei documenti e il telefonino. Chiedo di vedere un avvocato
(ce n’era addirittura uno in sala che voleva difendermi), per conoscere i miei diritti, ma mi rispondono di no. Mi identificano piu volte e mi perquisiscono. Poi mi intimano di chiamare i miei amici, per farsi consegnare la videocamera, ma io mi rifiuto. Arriva di nuovo il presunto appartenente alle forze dell’ordine in borghese e mi dice sottovoce che lui dirà di esser stato aggredito e minacciato da me. Non mi fanno parlare, non mi posso difendere. Dopo oltre un’ora e mezza mi dicono che non ci sono elementi per essere trattenuto ulteriormente, mi fanno fermare il verbale di perquisizione e mi congedano con una frase che non posso dimenticare: “Devi capire che ti sei messo contro Sgarbi, che è stato onorevole e ministro…”.