fonte:
http://www.liberidaogm.org/liberi/20081031_ogm.php
La multinazionale avrebbe utilizzato il codice genetico dei semi di cotone locali per sviluppare quello transgenico
di Fondazione Diritti Genetici- 31 ottobre 2008
L'ente governativo che tutela la biodiversità nello stato indiano dell'Andhra Pradesh (Apbb) ha accusato Monsanto India di biopirateria e chiede il pagamento delle royalties. Secondo l'Andhra Pradesh Biodiversity Board una parte del codice genetico del batterio Bacillus thuringiensis, rinvenuto nel villaggio meridionale di Mahanandi, sarebbe stato impiegato dalla multinazionale americana per sviluppare i semi di cotone resistenti agli attacchi del parassita della pianta. L'azienda ha negato l'accusa ma ha ammesso di aver fornito in appalto i semi di cotone Bt sui quali detiene il brevetto ad aziende private locali che hanno sviluppato i semi ibridi. Tuttavia, il presidente dell'Apbb è convinto che si tratti di un atto di biopirateria e chiede alla Monsanto di versare royalties equivalenti al 1-2% delle vendite indiane dei semi in questione allo Stato dell'Andhra Pradesh. Monsanto non dichiara quanto ricava dalla vendita dei semi di cotone Bt ma il quotidiano finaziario BusinessLine dell' 8 Settembre ha riportato che, nell'ultima stagione, le vendite dei semi transgenici di cotone Bt della Monsanto sarebbero ammontate, nella sola India, a oltre 300 milioni di euro, con introiti oscillanti per le aziende tra 3 e 6 milioni di euro per lo Stato dell'India del Sud. Secondo fonti non ufficiali, la multinazionale avrebbe offerto in cambio solo di farsi carico delle spese per migliorare le infrastrutture nei cinque distretti dell' Andhra Pradesh in cui opera.