In questa giornata dedicata alla festa della Liberazione non mi va di cadere nella solita retorica di chi si sente obbligato a parlarne. Dico solo che questa giornata l’ho vissuta a Milano. L’ho trovata una sfilata di partiti, tutti in cerca di consensi a buon mercato e un’occasione per Formigoni vari di impacchettare comizi fuori tema e collezionare fischi al ritmo di “buffone“. Che talento ci vuole blaterare fra gli insulti!
In questa giornata in cui avrei potuto innescare domande da polemica ai vari Franceschini, Cofferati, Formigoni e Di Pietro, ho sentito che non c’era il clima adatto fra quelle migliaia di anziani in corteo con le facce da funerale.
In questa giornata non si può proprio commentare Berlusconi che da Onna consiglia i terremotati di recarsi all’Ikea.
Non si può proprio commentare un decreto legge per equiparare partigiani a repubblichini.
Non si può proprio commentare il presidente del consiglio che fa lo sciacallo per tentare di trasformare la festa della Liberazione in festa della libertà (sua di delinquere impunito).
In questa giornata intrisa di retorica, che doveva servire solo per non dimenticare i morti della Resistenza, concludo che si è trasformata in una becera chiacchiera fra lavandaie.
Meno male che questa giornata è finita. Che liberazione!