Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano
Il giudice della sentenza Mills, Nicoletta Gandus, definita estremista di sinistra dal corruttore impunito, ha trovato spazio a reti unificate e su tutte le prime pagine dei giornali. Per la gravità delle accuse del premier in conflitto di interessi rivolte a una figura che risponde soltanto alla legge, si potrebbe dire.
Bene, ma a fronte di tanto chiasso per quelle frasi fuori di senno del corruttore non si capisce perché la risposta della presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, trovi soltanto spazi nascosti nelle pieghe delle pagine interne dei quotidiani, intorno alla 20 o giù di lì, per difendere l’operato dell’organo che presiede. Come ha fatto il Corriere di oggi che proprio a pagina 20 scrive.
Caro direttore, sul processo Mills:
ciò su cui invece voglio dare testimonianza e ciò di cui io stessa nel mio ruolo mi rendo garante è l’imparzialità e correttezza del Tribunale di Milano. La decisione dei giudici della X sezione penale è stata presa all’esito di una lunga istruttoria cui il collegio ha atteso con grande attenzione e secondo le regole processuali nelle quali la dialettica e le garanzie della difesa sono state, e del resto gli stessi avvocati ne hanno dato più volte atto, tutte rigorosamente rispettate. Il collegio, presieduto dalla dottoressa Gandus, ha altresì depositato la decisione nel termine previsto, come peraltro avviene nella stragrande maggioranza dei casi e da parte di tutti i collegi del Tribunale. I giudici, tutti, sono soggetti, come recita la nostra Costituzione, solo alla legge e ciò è l’imperativo categorico per la coscienza di ognuno di noi. A maggior ragione non possono esservi dubbi che il difficile esercizio della giurisdizione, nel caso di specie collegiale, è stato compiuto, come avviene peraltro quotidianamente, nell’interesse esclusivo della giustizia.
Livia Pomodoro
Questa differenza di trattamento di visibilità, altro non è che estremismo di certi direttori di giornali lecca lecca.