In nessuna democrazia europea il capo di governo viene accolto dai cittadini all’urlo di buffone come è stato per Berlusconi ieri a Napoli: fischiato, sbeffeggiato e insultatoda una marea di gente che sembrava volerlo linciare lì, sull’uscio del teatro San Carlo.
Nelle immagini si vede che Berlusconi, quando sbuca dall’ingresso del teatro, devia a sinistra fingendo di aver qualcosa da fare. In realtà tradisce imbarazzo e vergogna di fronte a quella folla che lo assale.
Berlusconi è talmente amato dagli italiani che persino nella città regno della camorra, sua alleata, è costretto a circolare protetto da un esercito di guardie del corpo e su auto blindata.
Berlusconi è così rispettato nel suo impegno istituzionale da sentirsi dare del buffone all’invito di andarsene. Napoli, L’Aquila o Milano, ogni sua tappa pubblica è uno spiegamento di forze che lo devono proteggere dagli italiani in crisi. Rimasti senza monetine.
A Cagliari, non più tardi di 2 mesi fa, la polizia bloccò tutte le strade e gli incroci fra l’aeroporto e il centro un’ora e mezza prima che Berlusconi arrivasse. Con visibile rabbia degli automobilisti costretti a sostare inermi. Infatti è così che Berlusconi lascia il bel ricordo di sé. E’ così che porta il suo gradimento al 75,1% (come dice lui) senza chiarire che quell’indice è di coloro che lo vorrebbero in galera.
Meno male che l’Italia non è fatta di soli fessi che guardano Scotti e Papi. Meno male che quei fessi, ogni giorno, diminuiscono. Alcuni muoiono, altri rinascono. In Rete.
Napoli è la città che Berlusconi ha ripulito dai rifiuti. La stessa che ho ritratto io pochi giorni fa sommersa dall’immondizia in un video che è in procinto di uscire.
L’Italia retrocessa nella classifica Freedom house a paese parzialmente libero dimostra di essere popolata da un esercito di servi.
Quel clima di guerriglia a Napoli ricorda tanto quello della Thailandia e delle dittature sudamericane. Il popolo allo stremo ad un certo punto insorge. I segnali ci sono tutti per abbattere questo sistema marcio dove abbiamo pure il numero uno dei Ros, cioè di coloro che ci dovrebbero garantire sicurezza, imputato di associazione a delinquere a Milano.
L’Italia è da ribaltare, i dolori non mancheranno perché i focolai sono cominciati. Dopo la crisi, diffondere la Rete è l’unico modo per affondare Berlusconi e i suoi servi.